Arriva dalla medicina cinese la molecola anti sbornia Dhm
La speranza arriva dalla Cina dove, pare, fosse conosciuto da oltre cinque secoli l’effetto anti sbornia della pianta orientale Hovenia dulcis e dai cui strani frutti, simili per forma e sapore all’uva passa, si estrae la molecola Dhm. Un gruppo di ricercatori della University of California di Los Angeles , diretto dalla biologa molecolare Jing Liang, ha affermato che tale molecola sarebbe in grado di ridurre drasticamente gli effetti di una ubriacatura e potrebbe, pertanto, rappresentare, se confermata la sua efficacia, una svolta epocale nella lotta agli effetti dell’alcol.
Secondo gli studi effettuati sulle cavie da laboratorio e pubblicato sull’autorevole Journal of Neuroscience, la somministrazione di piccole dosi di Dhm ha prodotto risultati sorprendenti; infatti i ratti ai quali non era stata iniettata la molecola, ma inoculata una massiccia dose di alcol, hanno impiegato oltre settanta minuti per riprendere un comportamento normale, mentre gli altri che avevano subito il trattamento a base di Dmh hanno avuto una reazione positiva nel giro di soli cinque minuti. In un altro esperimento, i topi cavia “ubriachi” venivano messi in un labirinto nel quale vagavano in maniera irrazionale senza meta ma, una volta iniettato il Dhm, riprendevano ad esplorare in maniera lucida i vari corridoi. Sembra che, secondo i ricercatori di Los Angeles, il Dmh impedisca all’alcol, pur essendo presente nel sangue, di accedere ai recettori del neurotrasmettitore Gaba presenti nel cervello e questo sarebbe il motivo della sua efficacia, che sarà testata, in un prossimo futuro, sugli esseri umani. Infatti Liang ha in programma la sperimentazione di un preparato a base di Dhm su bevitori problematici per verificare che il possibile funzionamento sull’uomo non causi danni collaterali alla sua salute.
Pare, inoltre, che la molecola sia in grado, nel tempo, anche di disincentivare il consumo di alcol, infatti, sulle cavie è stato osservato che, dopo tre mesi di somministrazione di Dhm, il loro interesse si è spostato dalle bevande alcoliche a quelle analcoliche. Un risultato che, se confermato, sarebbe di particolare interesse se si pensa alla piaga dell’alcolismo, causa di morte, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità per circa 2.5 milioni di persone l’anno. Ovviamente, resta da verificare che tutti questi positivi effetti si abbiano anche sull’uomo e che non diventino invece un incentivo al bere, legato alla possibilità dell’utilizzo di un antidoto. Scongiurata questa eventualità, la pillola “antisbornia” sarebbe una grande scoperta in grado di porre un argine alla piaga degli incidenti stradali causati dall’eccesso di alcol oltre che, come già evidenziato, di ridurre drasticamente la percentuale di alcolisti nel Mondo.