Tra le grandi denominazione italiane, il Brunello di Montalcino è stato tra i primi a presentare in anteprima, ad operatori e giornalisti, la sua ultima annata (insieme a quelle del Rosso di Montalcino e della Riserva), in quello che da anni, nell’agenda del vino, è diventato un appuntamento imperdibile, da cerchiare di rosso sul calendario: il “Benvenuto Brunello”.
Anche quest’anno, così, il rito si rinnova, ed i chiostri del complesso di Sant’Agostino, nel cuore del paese, sono tornati ad animarsi per qualche giorno di un vivace viavai di giornalisti, ristoratori, distributori ed appassionati, per quello che, almeno nelle attese, non si presentava certo come un’annata indimenticabile. La 2014, infatti, è stata vendemmia ostica, caratterizzata da un andamento difficile e da maturazioni arrivate spesso e volentieri in tempi dilatati: il risultato sono vini tendenzialmente pronti, che difficilmente resteranno negli annuali delle più maggiori espressioni di Brunello di sempre, ma che dimostra però come il livello medio a Montalcino e dintorni sia ormai altissimo, a partire dal lavoro in vigna ed in cantina, regalando quindi sì una “piccola” annata, come si dice in gergo, ma con picchi qualitativi importanti ed interessanti, di cui godere sin da ora.
E voi ne quanto sapete sul Brunello di Montalcino? I vini che possono fregiarsi di questo importante nome possiedono delle specifiche tecniche particolari, derivanti in particolar modo dalle caratteristiche del territorio nel quale si trovano; se desiderate togliervi qualche curiosità al riguardo, vi invitiamo a leggere questo approfondimento sul Brunello di Montalcino.
Assaggi di Brunello di Montalcino: la nostra top ten
Per orientarsi tra centinaia di assaggi ed etichette, vi lasciamo i nostri appunti, una top ten degli assaggi che ci hanno conquistato, confermando, spesso e volentieri, la capacità di un gran numero di vignaioli, di saper affrontare al meglio ogni avversità. Iniziamo dal Brunello di Montalcino 2014 di Baricci, produttore storico del territorio, che spicca per succosità e ricchezza aromatica, in equilibrio perfetto tra sentori erbacei e piccoli frutti rossi, sostenuti da un tannino setoso.
Grandi numeri, ma sempre una certezza ed una solidità qualitativa difficilmente pareggiabile per il Brunello di Montalcino 2014 Poggio alle Mura di Banfi, il cru aziendale, nato dai vigneti che circondano il castello: elegante, teso, bella acidità e note di tabacco.
Stabilmente tra i migliori assaggi, ormai da qualche anno Canalicchio di Sopra, uno dei 12 soci fondatori del Consorzio, si conferma anche con il Brunello di Montalcino 2014, forte della ricchezza dei propri terreni, quelli dei due cru aziendali, Canalicchio e Montosoli, che restituiscono un vino capace di integrare alla frutta matura e alle spezie una rara e piacevole mineralità.
Una chicca, direttamente dal “fuori salone” del Benvenuto Brunello, è invece il Brunello di Montalcino 2014 Etichetta Bianca di Casanova di Neri: proprio in virtù delle difficoltà dell’annata, si è deciso di rinunciare alla produzione dei due fortunati cru aziendali, che tante soddisfazioni hanno regalato alla Famiglia Neri in questi ultimi anni, e le loro uve, per la prima volta dal 1978, sono finite nel Brunello base, regalando un vino fine, equilibrato e cremoso, particolarmente persistente.
Ci piace segnalare una piccola cantina, quasi esordiente, ma con i numeri giusti per sfondare, Cava d’Onice: il suo Brunello di Montalcino 2014 ha sentori di frutta fragrante, una bella profondità gustativa ed una sapidità che lo rendono assai godibile.
Andando avanti con i nostri assaggi, incontriamo, in modo tutt’altro che fortuito, il Brunello di Montalcino 2014 di Lisini: un campione di classicità, che a prima vista, o meglio al primo sorso, può sembrare austero, ma quando si apre offre uno spettro aromatico ricchissimo, dalla grafite alla buccia d’arancia, passando per la marasca ed il sottobosco, che restituiscono un sorso sostenuto e succoso, godibilissimo.
Un’altra etichetta che ci ha conquistato è il Brunello di Montalcino 2014 di Capanna, che sorprende per prontezza e godibilità, frutto di un grande equilibrio, e se non sarà un’annata da tenere in cantina, tanto vale goderne appieno sin da ora.
Diventato ormai un grande classico, il Brunello di Montalcino 2014 de Il Marroneto non delude le aspettative, regalando ancora una volta una declinazione elegante, diventata la cifra stilistica della griffe guidata da Alessandro Mori, in cui spiccano le note floreali e balsamiche.
Tra i grandi classici, da segnalare anche il Brunello di Montalcino 2014 di Poggio di Sotto, che non delude: un sorso appagante, ritmato sulle note di frutta rossa, una piacevole conferma.
Infine, un pezzo di storia del territorio: il Brunello di Montalcino 2014 di Padelletti, che ormai da qualche anno è capace di imporsi per classicità stilistica: vi si ritrovano il sottobosco e i piccoli frutti rossi maturi, sostenuti da un tannino scalpitante e che promette ancora qualche anno di parabola ascendente. Questi i nostri dieci preferiti, certi, o quasi, di avervi dato i consigli giusti!