Bigazzi mangia i gatti e viene espulso
ROMA – Una ricetta per i gatti. Non per preparare loro qualche manicaretto, ma per cucinarli e servirli in tavola al meglio, perché “sono molto più buoni di tanti altri animali”. A fornirla a migliaia di telespettatrici è stato Beppe Bigazzi, giornalista con una grande passione per la gastronomia che dal 2000 affianca le conduttrici – Antonella Clerici prima, Elisa Isoardi poi – di La prova del cuoco, programma di successo in onda su RaiUno tutti i giorni alle 12. Ma per la particolare ricetta del “gatto in umido” (video) Bigazzi oggi è stato sospeso dal programma. Una decisione che l’esperto si riserva di commentare solo dopo aver parlato con la Rai. Mi accusano, dichiara Bigazzi a Radio Capital (audio), di aver “sottolineato la bontà della carne del gatto. Io ho detto altre cose, ho ricordato che negli anni Trenta e Quaranta ho mangiato la carne del gatto come tante altre persone. E’ una cosa che è accaduta tanti anni fa e non me ne vergogno. Sono cose che oggi non si possono capire”. E conclude sostenendo di non rinnegare quanto ha detto e di essere pronto a ripeterlo: “Io non mi pento mai di niente”.
Tutto è successo mercoledì 10 febbraio quando, all’interno della puntata, Bigazzi ha spiegato – ricordando una tradizione del passato – come si fa a cucinare, appunto, il gatto. Ricordando quando “lo si teneva per tre giorni nell’acqua del torrente” per preparare al meglio “le sue carnine bianche”. Inevitabili le proteste, esplose anche sul web, di tutto il mondo animalista. Fino alla sospensione di Beppe Bigazzi, annunciata nel corso della puntata odierna dalla conduttrice Elisa Isoardi.
Sospensione “doverosa” secondo Cristina Morelli, responsabile Diritti dei Verdi, che tra i primi aveva protestato per le dichiarazioni dell’esperto di cucina, sottolineando il ruolo “delicato” di chi parla in televisione. “Dobbiamo ricordargli – ha spiegato Morelli – che i gatti, come tutti gli altri animali d’affezione, sono tutelati dalla legge 281 del 1991 che nell’articolo 1 comma 1 recita: ‘Lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali di affezione, condanna gli atti di crudelta’ contro di essi, i maltrattamenti e il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente”.
“Ci auguriamo che Bigazzi e gli autori della trasmissione – ha sottolineato Morelli in una nota – vogliano tornare sui loro passi e scusarsi con i tanti telespettatori che, come noi Verdi, si sono indignati di fronte a tale episodio”. “La Rai non può e non deve limitarsi a trasmettere saltuari spot contro la violenza sugli animali ma – ha concluso l’esponente dei Verdi – dovrebbe cominciare ad applicare essa stessa alcuni principi universalmente riconosciuti, ad esempio eliminando la partecipazione di animali all’interno di programmi di intrattenimento, uno tra tutti il gioco dei pacchi Affari Tuoi dove assistiamo all’inutile utilizzo di animali”.
Apprezzamento per la “tempestività” della sanzione e soddisfazione per la sospensione di Bigazzi sono stati espressi anche dall’Ente nazionale protezione animali. “L’Enpa – afferma in una nota il presidente, Carla Rocchi – apprezza la tempestività con cui l’azienda ha saputo sanzionare un comportamento che riesce a essere al tempo stesso un reato – istigazione al maltrattamento di animali – e una iniziativa di totale povertà di spirito”. La stessa Enpa aveva incaricato l’avvocato del foro di Roma Mariano Buratti di agire contro Bigazzi e contro la trasmissione.