Caso Ikea: trovate tracce di batteri nel dolce chokladkrokant
Il famoso colosso IKEA colpito da un altro scandalo alimentare: trovate tracce di batteri nei dolci
Sotto accusa, dopo la scoperta delle polpette contaminate, il “chokladkrokant” (un dolce alle mandorle con cioccolato): il gruppo ne ha bloccata la vendita in 23 Paesi, tra cui l’Italia.Si tratta di una misura precauzionale (non ci sono al momento lotti contaminati in territorio italiano), ma è facile comprendere come gli esperti invitino giustamente alla prudenza. Le autorità sanitarie cinesi hanno infatti rilevato nel prodotto un livello eccessivo di colibatteri, che solitamente sono la spia di una contaminazione fecale.
A questo punto mi chiedo: come mai quando si trova un problema in campo alimentare ne vengono a galla altri dieci similari? E’ come una diffusione a macchia d’olio in cui i consumatori, cioè tutti noi, diventano vittime del sistema: deve per forza succedere un evento che scateni controlli a tappeto (che evidenziano altre problematiche) per far valere il diritto alla corretta informazione e alla sicurezza?
Sarà pur vero che il livello di concentrazione di questi batteri ora rilevato (come afferma una portavoce di IKEA) non costituisce un grave pericolo per la salute, ma per me rimane il fatto che diventa sempre più difficile per il consumatore capire realmente cosa mangia e fidarsi, non solo di un noto marchio, ma anche di quanto riportato nelle etichette!
Forse non basta più l’elenco degli ingredienti perché, a quanto pare, non ci sono sufficienti controlli? O forse non possiamo più fidarci dei grandi marchi, anche quelli più noti, che sembrano essere i primi ad essere travolti dagli scandali?
Essere legati ad un marchio alimentare, dal punto di vista degli acquisti quotidiani, costituiva una garanzia sotto vari punti di vista (almeno fino a un po’ di tempo fa) tra cui inserisco qualità e sicurezza. Con gli ultimi scandali sembra che anche queste certezze inizino a vacillare, per cui prodotto di marca non significa sempre prodotto di qualità controllato e certificato.
Certo, Ikea non poteva far altro che ritirare dal mercato i lotti sospetti, ma credo che l’immagine di precisione e affidabilità in qualche modo sia stata lesa, come anche il nostro diritto alla sicurezza.