FICO Eatalyworld, il parco tematico dedicato al cibo e all’enogastronomia italiana, ideato dal patron Oscar Farinetti, ha registrato perdite per 3 milioni di euro, che si sono aggiunte a quelle degli anni precedenti. Il progetto, nato dalla collaborazione tra Farinetti, le Coop, enti locali e diverse figure di spicco della sinistra, non è riuscito a rilanciarsi nonostante le migliaia di ore di esposizione mediatica e il sostegno ricevuto.
FICO (acronimo di fabbrica italiana contadina), che non ha mai raggiunto nemmeno lontanamente gli obiettivi prefissati, ha cercato di reinventarsi attraverso nuove iniziative e l’introduzione dell’ingresso a pagamento. Nonostante tutti gli sforzi, i risultati attesi non sono mai arrivati tanto che si vocifera che Stefano Cigarini, attuale AD di FICO, potrebbe essere sostituito da Piero Bagnasco, attuale AD della casa vinicola Fontanafredda e vicino a Farinetti.
Le ragioni del flop di Fico Eatalyworld
Una delle ragioni del flop potrebbe essere legata ai prezzi elevati dei prodotti offerti all’interno del parco, che hanno reso l’esperienza meno accessibile per un ampio pubblico. Inoltre, la vicinanza dell’inceneritore del Frullo, uno dei più grandi dell’Emilia Romagna, potrebbe aver influito negativamente sull’immagine e sull’attrattiva di FICO. L’ingresso a pagamento è stata la mazzata finale: va bene il buon cibo e la grande selezione di aziende di qualità, ma a tutto c’è un limite.
Cos’è FICO?
FICO Eataly World è un grande parco tematico legato al mondo del cibo e del buon bere, situato a Bologna. È stato inaugurato nel 2017 ed è stato progettato per celebrare la cultura culinaria italiana attraverso una vasta gamma di esperienze e attività.
Il parco si estende su una superficie di oltre 100.000 metri quadrati e presenta una serie di spazi che ospitano produttori di cibo, ristoranti, bar, negozi di alimentari, laboratori di cucina, giardini e aree verdi. Uno dei suoi obiettivi principali è quello di educare il pubblico sulla provenienza, la produzione e la qualità del cibo italiano.
All’interno del parco, i visitatori possono interagire con i produttori e conoscere i processi di produzione di vari prodotti, come il formaggio, il vino, l’olio d’oliva, la pasta e molto altro. Ci sono anche laboratori di cucina in cui gli chef insegnano come cucinare i piatti italiani tradizionali utilizzando ingredienti freschi e di alta qualità.
FICO Eataly World offre inoltre una vasta gamma di opzioni culinarie, tra cui ristoranti, bar e negozi di alimentari che servono specialità italiane e internazionali, con piatti che vanno dalla pizza alla pasta, ai piatti di carne e pesce, ai dolci e ai gelati. Ci sono anche bar che servono una vasta selezione di vini italiani e birre artigianali.
Inoltre, il parco ha un forte impegno per la sostenibilità ambientale e utilizza tecnologie avanzate per ridurre al minimo l’impatto ambientale. Ad esempio, il parco produce la maggior parte dell’energia utilizzata attraverso fonti rinnovabili e ha un sistema di raccolta dell’acqua piovana per irrigare i giardini e le aree verdi.
Gli investitori
Fra gli investitori istituzionali del progetto figurano le Casse previdenziali di diversi ordini professionali, tra cui medici, veterinari, agronomi, avvocati, ingegneri, architetti, periti industriali, periti agrari e agrotecnici. Dopo aver ricapitalizzato con 5 milioni di euro e aver alimentato voci di un possibile cambio di vertice, smentite per ora da Farinetti, gli investitori stanno mostrando crescente preoccupazione.
Il centro agroalimentare CAAB, sede di FICO, per realizzare il parco tematico ha costituito il Fondo immobiliare PAI (Parchi Agroalimentari Italiani), la cui gestione è stata affidata a Prelios SGR tramite un bando pubblico. Prelios è la società di risparmio immobiliare che gestisce gli immobili di CAAB, di proprietà del Comune di Bologna, e i milioni degli investitori privati.
In conclusione, il progetto ambizioso di FICO Eatalyworld, nonostante gli sforzi e gli investimenti, non è riuscito a decollare come previsto, mettendo a rischio gli investitori e sollevando interrogativi sul futuro del parco.