Incendio nel ristorante Pesce Azzurro di Fano
Incendio doloso la notte tra il 14 e il 15 giugno scorso all’interno del Ristorante Self Service “Al Pesce Azzurro” di viale Adriatico a Fano. La tanica di benzina ritrovata a pochi metri dal muro di cinta del ristorante fanese lascia pochi dubbi tanto che gli inquirenti si sono presto messi sulle tracce di due persone che, secondo alcuni testimoni, si aggiravano nei pressi del locale nelle ore antecedenti l’incendio. I motivi possono essere diversi ma, come ben sanno gli abitanti di Fano, Il ristorante Pesce Azzurro vantava un giro d’affari da fare invidia a molti: 950 posti a sedere con una media di coperti giornalieri sopra le 900 unità e picchi di 1.800 persone al giorno. Prezzo fisso a 10 euro e pesce fresco pescato e cucinato dai pescatori del consorzio Comarpesca era la formula segreta. Era e sarà la formula segreta, almeno facendo seguito alle affermazioni fatte dal presidente del consorzio Marco Pezzolesi. “Esprimo la solidarietà della Camera di commercio e mia personale per il gravissimo atto intimidatorio, se sarà confermata la sua componente dolosa, che ha provocato ingenti danni al ristorante ‘Pesce Azzurro’ di Fano”, dice il presidente Alberto Drudi. “L’opera di persone vili ha colpito lo storico locale del porto, una tradizione della marineria fanese. Un gesto estraneo alla cultura della nostra comunità, siamo sicuri che le forze dell’ordine sapranno consegnarne gli autori alla giustizia. La Camera di commercio di Pesaro e Urbino è vicina a Coomarpesca e ai lavoratori del ristorante: auspichiamo che il periodo di inattività, determinato dall’incendio, sia il più breve possibile”.
I fatti:
In pochi minuti le fiamme raggiungono ogni angolo del locale rendendolo un cumulo di macerie. Sul posto arrivano cinque squadre dei Vigili del Fuoco, polizia e carabinieri. L’area del rogo viene circoscritta. Testimoni raccontano di aver sentito due scoppi e poi due ragazzi fuggire a piedi verso via Caduti del Mare. Nella concitazione del momento si sono parlati in lingua straniera. Sul posto, dietro a un cassonetto dell’immondizia, i carabinieri trovano una tanica di plastica con dentro ancora un discreto quantitativo di benzina verde. E’ la prova che l’incendio è stato provocato da malviventi e non in maniera accidentale. Un ulteriore prova che avvalora questa tesi arriva dai vigili del fuoco: sono due, infatti, i punti nei quali si sono sviluppate le fiamme. Uno nella parte retrostante il ristorante, quella che dà verso viale Alighieri e l’altra nella via che collega quest’ultima con viale Adriatico. Si indaga anche su una bomboletta spry di colore blu che i carabinieri hanno trovato appoggiata al muro. Ritengono possa essere stata utilizzata dagli autori per scrivere qualcosa o per firmare l’attentato. Nella tanica di colore rosso c’era poco più di un litro di benzina verde. Inoltre l’incendio si è sviluppato in due punti distinti e lontani l’uno dall’altro, il che farebbe pensare a una strategia ben precisa per incendiare più in fretta tutto il locale.
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