« Quando, in giugno, polemizzai con la Michelin lo feci per dare un esempio; per mettere in guardia i giovani, affinché capiscano che la passione per la cucina non può essere subordinata ai voti».
È il 2008 quando Gualtiero Marchesi rifiuta le stelle Michelin, contestando il sistema di valutazione della guida francese e affermando di voler ricevere solo commenti e non punteggi.
I voti possono essere pericolosi perché chiudono l’impegno in una scatola, fanno ombra alle storie e imprigionano la passione di ciascuno di noi. Sono una cornice sì, per la prestazione, ma pesante, che finisce spesso per identificare la persona.
Nessuno, insomma, dovrebbe lavorare solo per prendere un bel voto ma dovrebbe farlo perché gli piace, perché farlo lo fa sentire una persona migliore.
I voti ti corrono dietro tutta la vita e magari una semplice giornata “no” che capita a tutti quelli che stanno sulla terra, diventa il biglietto da visita di cui non ci si libera più.
Quando ho cominciato a collaborare con Oraviaggiando, una delle cose che mi ha entusiasmato è stata la possibilità di partecipare ad un progetto unico che mi piace chiamarlo “Antologia delle storie e delle persone”.
Oraviaggiando è una guida nel senso più bello del termine, una bussola che ti porta in qualunque parte di questo paese tu voglia andare, ti indica la direzione dell’incontro con una nuova cucina, ti racconta il contorno di un’esperienza che sarai tu a vivere.
Noi diamo una sbirciatina, ti anticipiamo cosa ti aspetta ma sei sempre tu il protagonista di quel pranzo o di quella cena.
Come collaboratrice di questa antologia delle storie e delle persone, ogni volta che mi trovo a chiacchierare con un nuovo ristoratore, faccio quello che dovrebbe fare un buon narratore: mi metto a disposizione dell’ascolto, annoto il detto e raccolgo indizi tra il non detto. M’impegno ad un incontro vero, autentico e divento il mezzo attraverso il quale la persona che incontro può raccontare la sua storia, le persone che ne fanno parte, la passione che muove le carte, il sacrificio ed il vento che qualche volta quelle carte le mescola e son dolori.
Oraviaggiando mi piace perché è etico nel senso che si occupa davvero dell’umano ed è responsabile perché non consegna l’umano alla sabbia e alla ferocia dell’arena. Lo difende, lo protegge perché è giusto farlo.
Quando qualcuno si affida a te per presentare ad altri il suo lavoro, tu hai il dovere di farlo nel migliore dei modi che puoi: ricambiare la fiducia cercando di comunicare con trasparenza tutto quello che non si vede da un tavolo in sala.
E questo non significa affatto rendere tutto più bello di quello che è, significa accendere la luce sul bello che c’è.
I ristoranti sono tanti, ce ne sono più di quante sono le stelle, e no, non sono tutti uguali: devi provarli per scoprire la differenza, per trovare quello dove sentirti a casa.
Mi piace proprio pensarlo così Oraviaggiando, una bussola che prima o poi ti porta dove sentirti a casa. E un viaggio è tante tappe, tante storie e tante persone. Ognuna con una dignità da rispettare.
Sono felice di scrivere per questa guida che lascia a casa i voti e mette in viaggio il cuore, tra ostacoli, blocchi al motore, cambi di direzione.
Io se fossi un ristoratore ci vorrei stare in una guida così.
Ciao Direttore!
Alessia Pellegrini