Ma è proprio necessario bere Coca Cola e Pepsi?
Nel 1886 ad Atlanta, in Georgia, quasi per caso, un farmacista miscelò acqua carbonata con sciroppo di zucchero, acido fosforico, caffeina ed altri aromi naturali dando vita alla bevanda analcolica più famosa del Mondo, la Coca Cola, attualmente venduta in oltre 200 Paesi.
Recenti studi, però, avrebbero accertato che il 4-methylimidazolo, colorante presente nella composizione della nota bibita e di altre simili come Pepsi Cola, sarebbe dannoso per la salute, addirittura cancerogeno. Secondo l’agenzia federale americana che si occupa di salute e alimentazione, il 4-methylimidazolo sarebbe nocivo solo ad altissime dosi e, per raggiungere livelli di vera pericolosità, bisognerebbe bere almeno 1000 lattine di Coca Cola al giorno. Non la pensa allo stesso modo il Center for Science in the Public Interest, associazione californiana per la tutela dei consumatori, che sostiene la pericolosità della sostanza anche a bassi dosaggi, per cui, secondo le leggi californiane, per continuare a commercializzarla l’azienda avrebbe dovuto segnalare in etichetta la presenza di sostanze cancerogene, rischiando così un grave danno d’immagine. A questa soluzione, si è preferito, però, ridurre drasticamente la dose di questo colorante e la Coca Cola assicura che la variazione influirà sul colore ma assolutamente non sul sapore. Tra tante incertezze una cosa è certa: tante volte si è parlato della pericolosità di questo prodotto, largamente consumato soprattutto dai nostri ragazzi, ma nell’attesa di scoprire se, riducendo drasticamente il colorante, il gusto della famosa bevanda resterà invariato, siamo sicuri di non poterne proprio fare a meno? E se la drastica riduzione ce la imponessimo noi consumatori consapevoli, non sarebbe meglio per tutti? Io credo fermamente che, con il consumo moderato di altre bevande più naturali, compresi i tanto demonizzati vino e birra, la nostra salute se ne gioverebbe moltissimo.
Ma ovviamente, come in tutte le cose, bisogna usare moderazione.