Maxi-parrozzo da guinness dei primati! il tipico dolce abruzzese sfida ogni record
Un Parrozzo da Guinness dei Primati è stato preparato a Pescara lo scorso sabato 16 marzo per celebrare il 150/o anniversario della nascita di Gabriele D’Annunzio.
Per prima mi sono chiesta: cos’è un parrozzo? E soprattutto cosa c’entra il poeta D’Annunzio col parrozzo!?
Mi sono informata ed ecco cosa sono riuscita a capire: il parrozzo venne inventato in Abruzzo nel 1920 con l’idea di fare un dolce dalle sembianze di un pane rustico. Il giallo del granoturco è dato dalle uova, alle quali si aggiunge la farina di mandorle; il colore scuro dato dalla bruciatura della crosta del pane è sostituito invece con la copertura di cioccolato. Il primo ad assaggiare il parrozzo fu Gabriele d’Annunzio, che, estasiato dal nuovo dolce, scrisse addirittura un sonetto “La Canzone del Parrozzo”. In realtà, quello che mi ha colpito di questa iniziativa è in primo luogo l’idea di ricordare un importante poeta italiano in modo inusuale, ed è un bell’esempio di come la cultura vada a contaminare ambiti molto differenti come la letteratura e la cucina. Le tradizioni culinarie secondo me non vanno mai separate dall’ambiente e dalla storia che permette loro di nascere. Ed è giusto a mio avviso sottolineare anche come l’enogastronomia venga considerata patrimonio culturale di un certo livello. In secondo luogo, l’aspetto del record è poi anche un gioco, divertente ma simbolico! Non credo sia semplice fare un dolce gigantesco, ci vogliono maestria ed esperienza, mi sento di definirlo una specie di “performance dolciaria” al pari quindi di altre manifestazioni artistiche (ed ecco come la cucina dimostra di avere le possibilità di trasformarsi in una forma d’arte). Il parrozzo da record infatti è alto circa un metro per 3,5 metri di diametro e nove metri di circonferenza ed è stato preparato dai maestri dell’Associazione Nazionale Pasticceri; è già stato chiesto l’inserimento del maxi-parrozzo nel Guinness dei Primati 2013. Per me non sarebbe una cattiva idea, almeno per il prossimo anno, donare il parrozzo porzionato ad associazioni che possano distribuirlo gratuitamente a chi ne ha più bisogno.