Niente crisi per i ristoranti? I dati Istat non dicono il vero
C’è un certo Virginio Merola che dice “Ci sono migliaia di cittadini in giro che frequentano bar e ristoranti. Dove non entrano, forse è il caso di chiedersi perché”, e c’è la relazione annuale della Banca d’Italia che, elaborando i dati Istat, fotografa un’Italia che non rinuncia al ristorante.
Bene, dopo queste ultime ridicole news, dico addio personalmente alle statistiche per rifugiarmi definitivamente nel sondaggio “fai-da-me”. Si, perché basta farsi un giro in qualsiasi località d’Italia (evitando magari il centro di Roma o Milano che non possono far testo) per rendersi conto che la crisi nella ristorazione c’è ed è anche di enormi proporzioni. A Siena un ristoratore si è suicidato per problemi economici, mentre a Genova il calo generale nel consumo al ristorante sta toccando il -25%. Chiuso perfino il «Fior d’Italia», uno dei più storici ristoranti Italiani in America, segno che la crisi non risparmia il nuovo continente.
I consumi delle famiglie restano al palo, con tagli che vanno a ridurre anche la spesa per gli alimentari. In questi quattro anni le famiglie hanno tagliato anche sui prodotti per la tavola, con gli esborsi per cibo e bevande in caduta del 6,3%. Certe volte bisogna mettere da parte i numeri e le statistiche e cercare di vedere le cose dal vero, non pensate?