Ristoranti celiaci Rimini e San Marino
Celiachia
La celiachia è un’intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica presente in avena, frumento, farro, kamut, orzo, segale, spelta e triticale.
L’incidenza di questa intolleranza in Italia è stimata in un soggetto ogni 100/150 persone. I celiaci potenzialmente sarebbero quindi 400 mila, ma ne sono stati diagnosticati intorno ai 85 mila. Ogni anno vengono effettuate cinque mila nuove diagnosi ed ogni anno nascono 2.800 nuovi celiaci, con un incremento annuo di circa il 10%.
Per curare la celiachia, attualmente, occorre escludere dalla dieta alcuni degli alimenti più comuni, quali pane, pasta, biscotti e pizza, ma anche eliminare le più piccole tracce di farina da ogni piatto. Questo implica un forte impegno di educazione alimentare. Infatti l’assunzione di glutine, anche in piccole dosi, può causare danni.
La dieta senza glutine, condotta con rigore, è l’unica terapia che garantisce al celiaco un perfetto stato di salute.
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di seguito alcuni risultati
Ristorante dell’Angelo
indirizzo: Via 3 Settembre,65
città: Dogana (EE)
cap 47890
Tel./Fax: 0549.909903
Persona/e di riferimento: Umberto Borriello
Note: Chiusura:ven
Prezzo min/max: 10/30
Ristorante pizzeria Boschetto
indirizzo: Strada San Gianno, 97
città: San Giovanni-Borgo Maggiore (EE)
cap 47893
Tel./Fax: 0549.878450
Persona/e di riferimento: Silvio Massaro
Note: Chiusura:lun
Prezzo min/max: 15/30
Ristorante Hotel La Rocca R. Il Beccafico
indirizzo: Via Salita alla Rocca,35
città: San Marino (EE)
cap 47890
Tel./Fax: 0549.991166
Persona/e di riferimento: Renzini Andrea
Note:
Prezzo min/max: 15/25
Aurea
indirizzo: L.re Colombo,21
città: Bellaria (RN)
cap 47814
Tel./Fax: 0541.345665
Persona/e di riferimento: Quadrelli Sonia
Note: Chiusura:da ott a apr
Prezzo min/max: 47/67
Ristorante Hotel Brezza
indirizzo: Via XXV Marzo,21
città: Rivabella di Rimini (RN)
cap 47900
Tel./Fax: 0541.732327
Persona/e di riferimento: Begni Lelia
Note: pens. compl. Chiusura:da nov a mar
Prezzo min/max: 36/55
Il territorio della Repubblica di San Marino viene indicato dalla leggenda stabilmente abitato fin dal 301 d.C., anno in cui il monte Titano e le sue pendici vengono donate da Donna Felicissima di Rimini a Marino, un tagliapietre di origine dalmata perseguitato dall’Impero Romano per la sua fede cristiana.
In realtà questo territorio è abitato sin dall’epoca protostorica come dimostrano vari ritrovamenti archeologici.
Gli albori della coltura della vite a San Marino si possono far risalire al 400 – 700 d.C., periodo in cui la piccola comunità esistente sul Monte Titano si dedica principalmente all’agricoltura ed alla pastorizia.
La prima documentazione storica che testimonia l’importanza della vite risale al XIII secolo.
Più precisamente, in un contratto di vendita datato 1253, si cita l’esistenza di vigne su terreni agricoli del Castello di Casole, venduti dal Conte Taddeo di Montefeltro al Sindaco Oddone Scarito.
Più tardi, come risulta dagli statuti del 1352-53, le vigne vengono protette da specifici articoli che prevedono pene pecuniarie a chiunque le danneggi.
Ancora, negli statuti del 1600, si indicano i lavori da svolgersi nelle vigne e le pene per i rivenditori di vino annacquato.
Il 1775 segna la costituzione del primo Catasto Rustico della Repubblica di San Marino, redatto dal Pelacchi, che testimonia un investimento viticolo di 600 Ha. di cui 150 a vigna specializzata ed i rimanenti condotti a seminativo – vitato – olivato.
Diversi documenti del periodo testimoniano che i “vizzati” più comuni sono il Canino bianco, il Biancale, il Trebbiano, il Moscatello bianco e nero, l’Aleatico, l’Albana, il Sangiovese e che le viti vengono allevate basse, all’altezza di due palmi da terra, oppure maritate agli aceri.
Nei vigneti sono sempre presenti olivi e piante da frutto.
I vini ottenuti sono assai pregiati tant’è che se ne fa commercio fino alla città di Venezia.
Sul finire del 1800 Borgo Maggiore diviene il centro commerciale della Repubblica di San Marino ed accentra in sé ogni produzione e scambio di merci e di derrate.
Qui sono collocate freschissime cantine e grotte, incuneate nelle viscere del monte, dove i vini nostrani acquistano un gradevolissimo sapore.
Vi ritrovano oltre al Sangiovese vari vini bianchi di particolare pregio.
Il famoso “Moscato sammarinese” si afferma in questo periodo per opera di alcuni produttori vinicoli di Borgo, acquistando subito fama e rinomanza.
I turisti che da Rimini salgono a San Marino su carrozze e cavalli, sostano lungamente alle “Grotte”, riposandosi e deliziandosi con il caratteristico prodotto locale che costituisce anche l’oggetto di grandi smerci nelle giornate di fiera e mercato.
Le statistiche di fine secolo rivelano che la produzione complessiva raggiunge la consistente quantità di 20.300 some (1 soma sammarinese corrisponde a 75 lt.).
Significativi riconoscimenti vengono conferiti nel 1878 – 1889 e 1890, all’Exposition Universelle de Paris, in cui vengono premiati alcuni produttori sammarinesi con medaglie d’argento e di bronzo per campioni di vini bianchi e Sangiovese.
Conseguentemente, una rivista francese pubblica un significativo elogio all’agricoltura sammarinese: “Il più piccolo popolo d’Europa è forse il più saggio e il più intelligente”.