Veleno per topi “al prosecco”: a Treviso interviene il Consorzio Tutela Prosecco DOC

Veleno per topi “al prosecco”: a Treviso interviene il Consorzio Tutela Prosecco DOC

Treviso, cuore pulsante della produzione di prosecco, è stata recentemente alle prese con un’emergenza sanitaria che è rapidamente diventata un vero e proprio caso nazionale. Secondo i dati diffusi dal comune, infatti, la città avrebbe subito un’invasione di topi che avrebbe spinto l’amministrazione comunale ad adottare misure di derattizzazione innovative, mirate ed ecocompatibili. La gestione è stata affidata alla ditta specializzata Mayer Braun, con sede a Carbonera (TV), che ha studiato un piano articolato per contenere l’infestazione ed ha introdotto esche derattizzanti al gusto di prosecco, facendo discutere l’Italia intera e, soprattutto, scatenando l’ira del Consorzio Tutela Prosecco DOC.

Derattizzazione con esche “al prosecco”: la Mayer Braun si difende dalle accuse del Consorzio

A seguito della dichiarazione di emergenza e della ricerca di una soluzione immediata per derattizzare il territorio di Treviso, l’intenzione dichiarata dall’azienda Mayer Braun non era certo quella di creare un prodotto provocatorio o pubblicitario, bensì di aumentare l’efficacia delle esche, rendendole più attrattive per i roditori. I tecnici, infatti, hanno osservato come i topi urbani sviluppino gusti alimentari condizionati dal territorio in cui vivono e riprodurre il gusto dell’uva, in questo caso specifico, sarebbe stato anche sostenibile grazie alla fornitura, da parte delle aziende locali, dei loro scarti di produzione, che altrimenti sarebbero stati buttati. Non si è fatta attendere, tuttavia, la presa di posizione ufficiale del Consorzio Tutela Prosecco DOC, organismo incaricato alla difesa della denominazione di origine controllata del prosecco. Il direttore generale, Luca Giavi, ha espresso sconcerto e preoccupazione per l’associazione del nome “prosecco” con un veleno per topi e il presidente del Consorzio, Franco Adami, ha rincarato la dose, definendo l’episodio inaccettabile e lesivo della dignità di migliaia di produttori che ogni giorno lavorano nel rispetto di un disciplinare rigoroso e di una tradizione secolare. Reazione che si è affievolita quando l’azienda ha spiegato loro che l’aroma utilizzato nelle esche non è in realtà un derivato del vino né tantomeno del Prosecco DOC, ma un semplice aroma alimentare che richiama il sapore e l’odore tipico dell’uva.

Tutela del marchio Prosecco DOC: perché il Consorzio è intervenuto contro le esche derattizzanti di Treviso

Il Consorzio Tutela Prosecco DOC è un ente riconosciuto dal Ministero dell’Agricoltura che ha il compito di tutelare, promuovere, valorizzare e vigilare sulla produzione del Prosecco a Denominazione di Origine Controllata. Ha sede a Treviso, proprio nel cuore della zona più vocata alla viticoltura del Glera (il vitigno base del Prosecco), ed ha il potere di agire per difendere il marchio “Prosecco” da usi impropri, anche fuori dal contesto vinicolo. Per questo, nonostante la buona fede e le spiegazioni tecniche date dall’azienda Mayer Braun, il caso ha subito sollevato una questione più ampia: l’importanza della comunicazione e del rispetto dei marchi d’origine. L’accostamento, anche solo linguistico, tra “prosecco” e “veleno per topi” può risultare potenzialmente dannoso per un prodotto simbolo del Made in Italy venduto in tutto il mondo. Un richiamo, questo, che si spera arrivi all’orecchio anche di ristoratori e operatori del settore, ricordando loro l’importanza di utilizzare i nomi delle denominazioni protette con rispetto e consapevolezza.