Il sogno americano raccontato da Horatio Alger Junior alla fine dell’800 nei suoi romanzi non era tanto diverso dall’attuale sogno di riscatto anelato dai giovani di oggi. La possibilità di vedere cambiata la propria vita partendo da un semplice, seppur coraggioso, viaggio negli Usa è quanto mai attuale. Certo, i ragazzi di oggi non partono con la valigia di cartone: piuttosto li vedrete partire con coltelli affilati, mestoli e grembiuli, forti delle numerose richieste che stanno provenendo da tutti gli Stati Uniti. Ma è tutto oro quello che luccica?
AAA Cercasi chef italiani a New York: ecco cosa fare se si vuole partire per gli Usa
Da Gino Angelini ad Odette Fada passando per Domenico Basile, Alessandro Pendinelli, Rosario Procino, Pietro Nolita, Moreno Cerutti, ecc.; sono in moltissimi i cuochi del Bel Paese che negli ultimi trent’anni hanno attraversato l’oceano ed hanno ottenuto il successo sperato. Il patrimonio culturale enogastronomico della nostra nazione e l’amore di milioni di italo-americani che si sono insediati da mezzo secolo con la nostalgia ancora nel cuore, tengono caldo quel legame ormai indissolubile tra italiani e americani. Rispetto a trent’anni fa, molte cose oggi sono cambiate: internet negli ultimi anni sta offrendo la grande opportunità di far incontrare con estrema facilità, domanda e offerta. Chi ha avuto la fortuna di lavorare (o di fare lunghi stage) in ristoranti stellati italiani, non avrà grandi difficoltà a trovare lavoro ancor prima di partire. Indubbiamente, curricula professionali contenenti esperienze coerenti e lineari, saranno i primi ad essere presi in considerazione. Tutti gli altri dovranno sudare un po’ di più.
Chef italiani a New York: prima di tutto l’ESTA
Se si ha la cucina nel cuore e si vuole tentar fortuna negli Usa, quali sono gli step da fare per non incorrere in un viaggio a vuoto? Il primo consiglio è quello di recarsi sul posto per fare le proprie valutazioni. Un cittadino di un paese straniero che desideri recarsi negli Stati Uniti deve richiedere ed ottenere prima di tutto un visto. In caso di viaggio non superiore ai 90 giorni gli italiani hanno una procedura semplificata rispetto al visto tradizionale. Per noi infatti è sufficiente richiedere una semplice autorizzazione ESTA. ESTA è l’abbreviazione di “Electronic System for Travel Authorization” (sistema elettronico per l’autorizzazione al viaggio) ed è sviluppato dal governo degli Stati Uniti con lo scopo di esaminare i viaggiatori intenzionati a recarsi negli Stati Uniti prima di concedere loro l’autorizzazione a entrare nel paese. Queste misure di sicurezza rafforzate dopo gli attentati alle torri gemelle, viene gestito dal Dipartimento di Sicurezza Nazionale (Department of Homeland Security) attraverso agenzie preposte che si occupano di assistenza e rilascio. Senza l’ESTA non si va da nessuna parte.
Chef italiani a New York: chi contattare
Il secondo passo che consigliamo di fare, a meno che non si abbia già conoscenze sul territorio, è contattare L’Associazione Italiani Chef New York (AICNY) gruppo di lavoro fondato per mantenere vivo l’interesse per i prodotti alimentari italiani e la cucina Italiana a New York. AICNY è aperta a Chef professionalmente coinvolti e interessati ai prodotti italiani e di cucina italiana. Contattare l’associazione può risultare un’ottima soluzione per evitare il “porta a porta” tra i ristoranti italiani.
I migliori ristoranti italiani negli USA
La cucina italiana in America procede a testa alta, lo dimostra il successo di ristoranti come Angelini Osteria, 7313 Beverly Blvd, Los Angeles, California (CA), l’Obelisk – 2029 P Street NW, Washington (DC), il Primavera Ristorante – 932 Orange Avenue, Coronado, California (CA), Il Mulino Las Vegas – 3500 Las Vegas Boulevard, south Las Vegas (NV). Informarsi in modo approfondito sull’organizzazione di questi locali, può sicuramente essere d’aiuto a comprendere come vengono concepite le brigate di cucina negli States.
Cosa c’è che non ti dicono degli Stati Uniti d’America
Vivere negli Stati Uniti è il sogno di molti: è un mondo multiculturale e multirazziale che permette un’esperienza unica anche a livello antropologico oltre che sociale. Bisogna però considerare quanto anche sia difficile raggiungere i propri obbiettivi in città altamente competitive come New York. Molti Italiani che sono passati per la Grande Mela sono scappati a gambe levate: le grandi metropoli ti mettono a nudo: sei solo lontano dalla famiglia, solo con le tue paure e con un numero elevatissimo di persone che sgomitano per cercare “sponsor” che permettano loro di pagare le spese iniziali. Il sogno di chi vuole rimanere è la Green Card (visto USA immigrante per impiego permanente) ma a differenza dei nostri bisnonni partiti nella più totale povertà con biglietto di sola andata, crediamo che i ragazzi di oggi, successo o no, torneranno in madrepatria.