Mangiare fa male e l’aspettativa di vita cala
L’Italia ha il record Mondiale dei tumori infantili e l’aspettativa di vita sana è crollata di oltre 10 anni dal 2004 (Fonte Eurostat). Osserviamo la situazione dei bambini: l’aspettativa di vita alla nascita è un buon indicatore che ci permette di capire l’aspettativa di vita sana dei nostri bambini. In Italia, le bambine vantavano i migliori livelli di aspettativa di vita sana nel 2004. Questi livelli sono letteralmente precipitati nel 2008. Una bambina italiana nata nel 2004 presentava 71 anni di aspettativa di vita sana. Nel 2008 il dato è crollato a 61. Una società che progredisce non può avere questi crolli. Ci sono responsabilità politiche, sociali, economiche che dovremmo individuare. Dobbiamo cominciare a studiare immediatamente le cause di questo fenomeno. Aumentare la quantità di vita è importante, ma non anticipare la malattia è altrettanto importante. In Italia per ogni mese di vita in più che “guadagniamo” di anno in anno, ne perdiamo 10 in termini di salute, anticipando la nostra malattia di 10 mesi per ogni mese. Stress, Inquinamento e qualità della vita peggiorata? Anche, ma il vero nemico è il cibo spazzatura oltre che la mancanza di una vera coscienza alimentare. mangiamo male anche quando pensiamo di mangiare bene.
Cosa sta succedendo sulle nostre tavole?
I perchè della necessaria chiusura degli allevamenti intensivi industriali (sostenuti con i soldi delle nostre tasse) e dell’immediato divieto di pesticidi, diserbanti chimici e delle importazioni di OGM? E’ ormai improrogabie la riconversione Agroeco-Biologica dell’Agricoltura italiana, finanziata da oltre 25 miliardi di Euro della comunità Europea (periodo 2007-2013), basata sulla nostra tradizione enogastronomica, unica ed inimitabile, e sulla memoria genetica della Biodiversità autoctona degli agroecosistemi e dei Semi selezionati da millenni, liberi da OGM. Ai consumatori il consiglio è di recarsi a far la spesa in campagna, collegandosi ai GAS e acquistando prodotti 100% Biologici, 100% coltivati in Italia e, pertanto, 100% liberi da OGM, in modo da contenere i costi della propria alimentazione naturale, aiutando nel contempo gli agricoltori, cui oggi rimane ben poco di quanto i consumatori spendono nei supermarkets. In un sistema dove oltre il 50 % degli ortaggi e frutta prodotti vengono buttati senza essere consumati, con uno spreco immenso di energia per conservazioni e trasporti globalizzati, tornare alla Campagna non è una cattiva idea.
E poi… mangiamo meno carne possibile, e comunque solo quella biologica.
Un’alimentazione caratterizzata da un eccesso di grassi animali (soprattutto carne rossa) e di cibo spazzatura (cereali raffinati, etc.) a lungo andare produce uno stato di intossicazione del fegato e cistifellea, due organi che si occupano di favorire il recupero dell’organismo dopo ogni sforzo, assimilando e trasformando l’energia necessaria a sostenerci. In più, se non volete fare incetta di antibiotici senza neppure acorgervene, allora dovete diminuire il consumo di carne. E volete sapere perchè? Per produrre 1 chilogrammo di carne sono impiegati mediamente 100 mg di antibiotico. I farmaci rimangono spesso nei tessuti degli animali e arrivano nel piatto. Ciò significa che l’italiano medio che consuma circa 87 kg di carne ogni anno (senza considerare i consumi di prodotti ittici) ingerisce involontariamente quasi 9 grammi di antibiotici, equivalenti alla somministrazione di circa 4 terapie antibiotiche ogni anno. Le condizioni di vita negli allevamenti industriali sono responsabili del debole stato di salute degli animali. Senza i farmaci, quindi, non sarebbe possibile far funzionare alcun allevamento intensivo. Per produrre 1 chilogrammo di carne sono impiegati mediamente 100 mg di antibiotico. I farmaci rimangono spesso nei tessuti degli animali e arrivano nel piatto. Ciò significa che l’italiano medio che consuma circa 87 kg di carne ogni anno (senza considerare i consumi di prodotti ittici) ingerisce involontariamente quasi 9 grammi di antibiotici, equivalenti alla somministrazione di circa 4 terapie antibiotiche ogni anno. «Il consumo di carne comporta rischi sanitari di cui si parla ben poco in Italia – spiega Roberta Bartocci, biologa, responsabile Lav settore Vegetarismo – e di cui raramente i consumatori hanno consapevolezza: dal rischio di assumere antibiotici ‘a pranzo e a cena’, al rischio di venire a contatto con patogeni che hanno sviluppato resistenze agli antibiotici».
Fonti: Eurostat, Corriere.it, Agi