Guida ai migliori ristoranti di Milano secondo la guida Michelin 2017. Oltre che per le bellezze artistiche ed architettoniche, il nostro Belpaese è da sempre rinomato anche per l’eccezionale tradizione gastronomica, tra le più ricche e genuine di tutto il mondo. Tantissimi turisti ogni anno arrivano in Italia desiderosi di contemplare le sue meravigliose opere d’arte, ma anche di assaggiare i tantissimi piatti tipici della nostra cucina, presenti in ogni regione della penisola. Nel 2017, a conferma di questo, oltre trecento ristoranti italiani sono stati premiati dalla prestigiosa Guida Michelin, riferimento internazionale nella valutazione di alberghi e ristorazione. Il tradizionale simbolo utilizzato dalla guida per le sue assegnazioni è la ‘stella’: se un ristorante ne ottiene ‘tre’ allora significa che è di grande eccellenza, due stelle indicano invece un’ottima gastronomia mentre una stella viene assegnata a locali dove comunque si mangia molto bene. La sola città di Milano ha ricevuto quest’anno ben 17 stelle per un totale di 58 stelle: se state pensando quindi di visitare la città ambrosiana, e pensate anche di regalarvi un’esperienza culinaria speciale, allora questi ristoranti ‘stellati’ fanno senza dubbio al caso vostro.
I migliori ristoranti di Milano: nessun tre stelle, ma quelli bistellati sono ben cinque
Il ristorante Cracco, in pieno centro storico, è suddiviso in due sale con una sessantina di coperti. Originale il table d’hote, piccolo tavolo adiacente alla cucina, che permette di osservare il famoso cuoco Carlo ed il suo staff mentre lavorano. ‘Tradizione’ e ‘fantasia’ sono i concetti chiave del posto: il menù offre sia portate singole che menù degustazione fissi, dove spiccano il risotto al sesamo, il piccione in crosta di caffè e l’insalata russa caramellata. Anche Il luogo di Aimo e Nadia, trattoria attiva da oltre 50 anni, propone piatti tradizionali in chiave innovativa: i più ‘classici’ sono gli spaghetti al cipollotto e peperoncino e l’ottima zuppa etrusca. L’ambiente è molto accogliente ed il servizio in sala è stato premiato anche dal Gambero Rosso, altra importante guida del settore. Il ristorante di Claudio Sadler, in Via Sforza, presenta un ambiente suddiviso in quattro salette dall’atmosfera intima e riservata. Sadler è considerato un’artista della cucina e le sue prelibatezze sono molto fantasiose e ‘sperimentali’: il brillante italian sashimi è arrivato addirittura alla sua ‘quarta versione’. Anche qui lo staff è rinomato per la simpatia ed i prezzi sono molto abbordabili. Lo chef internazionale Bartolini, con il suo locale al Mudec, in zona navigli, offre invece interessanti percorsi degustativi (dal BeClassic al BeContemporary), che risaltano tutto l’estro del cuoco di Pescia, a cui piace coniugare ingredienti mediterranei con quelli di altri paesi, in particolare orientali. Anche il Seta non è da meno per eleganza e classe: inserito all’interno del Mandarin Oriental hotel, mette a disposizione uno spazio con tavoli sia grandi che più intimi per le coppie. Il suo chef Antonio Guida delizia ogni giorno i clienti con specialità ricercate quali spaghetti alla crema di rape rosse ed il carpaccio di crostacei al lime.
Tra i dodici ristoranti milanesi con una stella, nove propongono la classica cucina nostrana, due sono etnico-orientali ed uno è di tipo ‘vegetariano’: andiamo a conoscere un po’ meglio anche questi.
L’ambiente del Berton, con le sue clessidre gialle e le poltroncine in pelle, è essenziale ma invitante, e propone l’esclusivo menù ‘A tutto brodo’ (con merluzzo a base di brodo di prosciutto e ravioli con brodo di cicale). Nel lussuoso Park Hyatt, in pieno centro, troviamo il Vun, rinomato per i suoi piatti molto ‘tecnici’ – come il gazpacho di pomodoro con gamberi rossi- all’interno di un raffinato salone con moquette e poltrone imbottite. Il vecchio teatro Smeraldo, sede attuale di Eataly, ospita invece il ‘marinaresco’ Alice, altamente qualificato in specialità di pesce: gli ottimi gamberi rossi al lime con stracciatella sono un esempio lampante dell’inventiva di questo locale, abbellito da un’ampia vetrata sulla suggestiva Piazza XXV Aprile. Tano passami l’olio è ricavato in un open space sui Navigli, e si caratterizza per utilizzo di una vastissima scelta di olii extravergine d’oliva, che lo chef Gaetano Simonato, considera l’ingrediente più naturale e genuino per condire gli alimenti. Nello spazio minimalista del D’O, a Cornaredo, si gusta la cucina innovativa di Davide Oldani che, rivisitando ricette tradizionali in chiave più ‘leggera’, ha dato grande notorietà alle sue ‘invenzioni’, come la simpatica casseruola alleggerita. Innocenti evasioni, con il suo giardino in stile zen, è una splendida dimostrazione di come si possa sempre coniugare la semplicità degli ingredienti poveri con ricette fantasiose e ricche di gusto. Il ristorante di Felix Lo Basso, con vista su Piazza del Duomo, ha saputo conquistarsi una stella dopo solo pochi mesi dall’apertura, grazie alla dedizione ed al talento del suo chef, molto ispirato dai sapori della sua Puglia. Anche il ristorante dell’hotel Armani, ubicato nello storico quartiere Brera, dispone di una cucina di altissima qualità, mix continuo di tradizione con nuove contaminazioni e sperimentazioni. Nel contesto di Lume, con le sue ampie vetrate affacciate su un giardino interno, si possono gustare invece ricette lombarde e liguri rivisitate con un tocco di modernità. L’ingrediente per eccellenza qui è il ‘raviolo’, mentre tra i secondi spicca il Chateaubriand di manzetta piemontese. Per quanto riguarda i due ristoranti orientali ‘stellati’, ovvero Iyo e Tokuyoshi, questi sono entrambi accumunati dall’interessante connubio tra arte culinaria nipponica con elementi della gastronomia mediterranea. L’ultima stella infine è per il ‘vegetariano’ Joia, dove la grande dedizione e passione dello staff non vi faranno rimpiangere l’assenza del carne e del pesce.