Pesce, scudo contro l’Alzheimer
Mangiare pesce riduce il rischio di manifestare Alzheimer: merito degli omega-3 contenuti nell’alimento. Una volta le nostre mamme ci dicevano che mangiare il pesce ci faceva diventare intelligenti. Oggi abbiamo prove certe che questo alimento può aiutare con la memoria, non si sa quanto con l’intelligenza, ed ora persino aiuta ad evitare il morbo di Alzheimer. A dir la verità già nel lontano 1989 questo sospetto era venuto ad un gruppo di ricercatori di Pittsburgh, ma ora è diventato un fatto statistico grazie proprio a quei volontari che si sottoposero ai controlli dell’epoca.
La maggior parte delle persone preferisce la carne al pesce, le nostre tavole scarseggiano di alimenti contenenti omega 3, o ancor peggio preferiamo alimenti con bassi valori biologici. L’importanza degli omega 3 è stata evidenziata mediante uno studio sulle abitudini alimentari di alcune aeree geografiche, infatti, esiste un’area geografica del nostro pianeta dove le persone vivono molto più a lungo, si tratta di un gruppo di isole del Sud del Giappone, costituenti il popolo nipponico di Okinawa. Questa popolazione che consuma molto pesce crudo (sushy, sashimi) oltre a vivere molto a lungo registra la più bassa incidenza di malattie neurodegenerative, con un numero talmente basso di casi di Alzheimer, da poter sostenere che a Okinawa il cervello praticamente non “invecchia”. Dal punto di vista nutrizionale gli abitanti di Okinawa mangiano molto più pesce e molluschi di quanto non si faccia nel resto del Giappone, con una media intorno ai 100 grammi al giorno; altro dato di rilievo fondamentale riguarda la qualità dei carboidrati assunti: molti cereali a basso indice glicemico, quali riso integrale e una grande varietà di frutta e verdure.
Una dieta che prevede il consumo costante di pesce, al forno o alla griglia, può ridurre di 5 volte il rischio di contrarre il morbo di Alzheimer, una condizione in cui, a causa della morte rapida dei neuroni, l’attività cerebrale declina e col tempo si perde la memoria a breve termine, la capacità di effettuare anche le operazioni più semplici, e poi anche di parlare. Secondo i ricercatori americani che hanno effettuato questo studio, non solo l’Alzheimer, ma anche il normale decadimento cognitivo lieve può essere rallentato o evitato grazie alle proprietà del pesce.
I risultati hanno mostrato che le persone che consumavano pesce al forno o alla griglia, almeno una volta alla settimana, avevano una migliore conservazione del volume della materia grigia nella risonanza magnetica, soprattutto in aree cerebrali a rischio malattia di Alzheimer.
Questa la deduzione arrivata da una ricerca del Columbia University Medical Center (New York, USA), diretta dal dottor Gu e pubblicata da “Neurology”. Il dottor Gu e la sua squadra hanno preso in esame 1200 volontari, over 65 non affetti da demenza, investigando su dieta ed abitudini di vita. In particolare, gli esperti hanno valutato i livelli ematici di beta amiloide, proteina marker del rischio Alzheimer. Risultato, gli esami hanno evidenziato come i livelli di beta amiloide calavano al crescere dei livelli di omega-3. In particolare, spiega il capo-ricercatore, un grammo di Omega-3 al giorno portava ad un -20/30% di beta amiloide nel sangue. Secondo gli studiosi del Columbia, gli Omega-3 hanno un’azione positiva sul cervello, riducendo l’effetto dell’invecchiamento. Inoltre, nonostante il pesce sia valido fornitore, è possibile puntare su altri cibi: pollo e frutta secca con guscio.