Ristoranti da incubo: pessime condizioni igieniche, blatte e pesce scaduto a tavola
ROMA – Sequestrati due ristoranti cinesi: pessime condizioni igieniche, impianti elettrici fuorilegge, cibo congelato spacciato per fresco. Il China Garden, uno dei ristoranti sequestrati (Proto). Solo il valore degli immobili sequestrati si aggira sui due milioni di euro. Ristoranti cinesi – uno di circa 300 metri quadrati, l’altro di 90 – molto conosciuti a Trastevere perché frequentati non solo da asiatici che risiedono nella Capitale, ma anche da molti romani. Clienti probabilmente all’oscuro che nei magazzini dei due locali – il «China Garden» in via Ippolito Nievo e un altro nella stessa zona – i cibi non venivano conservati nel rispetto delle leggi sulla salute pubblica. A scoprirlo sono stati i carabinieri del Nas, che hanno apposto i sigilli ai due ristoranti per gravi carenze igienico-sanitarie. Gli investigatori dell’Arma non hanno accertato solamente il mancato rispetto delle norme (comprese quelle che regolano l’esposizione al pubblico della lista di alimenti congelati proposti invece come freschi), ma anche la presenza di blatte e altri tipi di insetti nei sacchi di cibo conservati nei magazzini. L’indagine è scattata casualmente durante una serie di controlli svolti dal Nas nel corso della settimana che ha interessato alcune decine di locali etnici sparsi sul territorio del I Municipio.
I sigilli apposti dal Nas (Proto)
L’attenzione dei militari dell’Arma, con l’appoggio dei colleghi del comando provinciale e della compagnia Trastevere, si è concentrata principalmente sugli esercizi commerciali cinesi, capaci di calamitare ogni fine settimana migliaia di clienti – fra loro anche numerose comitive di turisti stranieri – con un giro d’affari di alcuni milioni di euro. Basti pensare che i ristoranti cinesi sono circa 450 sul territorio di Roma e provincia su un totale di quasi 1.800 imprese gestite da asiatici. Nei due sottoposti a sequestro penale – sarà ora il magistrato a stabilire se le attività commerciali debbano essere sospese in via definitiva – i carabinieri hanno scoperto gli insetti nel corso delle verifiche sulle scorte alimentari (soprattutto riso, pesce e carne essiccati).
«Ma le blatte – confermano i militari dell’Arma – sono state trovate un po’ dappertutto». A far scattare la chiusura forzata sono stati inoltre gli impianti elettrici non a norma nelle cucine e in altri locali dei ristoranti e il fatto che sulle confezioni di cibo in scatola – importato dall’estero – non fosse riportata la data di scadenza. I titolari dei locali, entrambi cittadini cinesi attorno ai 40 anni, sono stati denunciati. Complessivamente gli investigatori, insieme con gli ispettori della Asl di zona, hanno sequestrato tre tonnellate di alimenti considerati pericolosi per la salute pubblica che saranno distrutti. Per il momento le sanzioni sono state di settemila euro ma potrebbero presto aumentare perché nel corso delle ispezioni sono state accertate numerose irregolarità amministrative.