La Taverna Di Cupido di Piedimonte San Germano: ecco cosa scrivono i nostri segnalatori
Il locale, come si usava un tempo, è a bordo strada, ma non ha nulla dell’osteria per viandanti. L’edificio è moderno, curato, architettura quasi di abitazione privata con archi e patio in facciata
e al piano superiore la terrazza. Senza insegna, nessun richiamo, nessun neon baluginante, la struttura ha solo un sobrio cartello, nella proprietà e non sull’edificio, con l’indicazione del nome
scritta in bianco e nero: chiaro indizio che l’indirizzo è ben conosciuto in zona e non ha bisogno di segnalazioni strillate. Diciamo però, come consiglio a chi viaggia, che è facilmente
raggiungibile dall’A1 (uscita Pontecorvo) e che può essere uno di quei ristoranti facili-facili da raggiungere deviando di poco dal proprio itinerario e che è un vantaggio conoscere per evitare anonimi panini in autogrill. Interni caldi ed accoglienti, di recente interamente ristrutturati, pareti color albicocca e mattoncini di cotto artigianale che fanno decoro, lavorati con una tecnica che richiama l’opus romanum…non a caso siamo sull’antica via Casilina, nata per collegare Roma alla città di Capua. Al piano terra, grande sala e finestre che aprono sul panorama delle montagne
e sul verde degli orti circostanti. C’è la parte dedicata ai fuochi con la griglia a vista dove la fiamma arde vivace e la carne da mettere a scottare è in mostra. Il locale ha una gradevolissima atmosfera,è rustico e curato al tempo stesso; salendo al primo piano gli spazi sono divisi in piccole sale da usare come privè, in ognuna un tavolo unico con mise en place da servizio à la cartee ambiente elegante per colazioni o cene di lavoro, per compleanni o piccole cerimonie. C’è la terrazza dove in stagione si può preparare qualche tavolo o servire aperitivi o prendere il caffè a chiusura dell’evento e c’è anche la sala sigari. Nel servizio è subito chiaro che qui regna la ‘Famiglia’, grande forza della tradizione gastronomica italiana. In sala c’è Simone (il figlio), la filosofia di
cucina è della signora Italia (la mamma), la proprietà e la conduzione amministrativa è di Ombretta (la nipote). Italia Aceti è bionda, energica, comunicativa; 20 anni fa ha creato questo ristorante,
così realizzando un progetto a lungo desiderato, e ancora oggi, anche se in cucina c’è lo chef Rigor Casihan, è lei che prova piatti, ricette e novità, è lei che cerca i piccoli produttori locali, riceve le verdure dai contadini in zona ed il pane dal piccolissimo forno artigianale che si trova lì vicino. Simone Aceti è sommelier AIS, si occupa della cantina, imposta il menu di stagione, segue la sala. Ombretta Gentile è imprenditrice dirige il suo atelier di vestiti per bambini, confezioni lavorate a mano da manodopera locale qualificata e realizzate per conto di firme molto note del mondo della moda,e poi come se non bastasse, si occupa della gestione del ristorante. Il team sembra funzionare molto bene: in un giorno qualunque di mezza-settimana, all’ora di colazione il locale era quasi pieno, l’atmosfera vivace di una clientela che conosce il luogo e che ritorna con fiducia, soddisfatta dell’offerta e del corretto rapporto qualità-prezzo. Il menu spazia in un’offerta vastissima che prevede quasi tutto lo scibile delle ricette gastronomiche, ma c’è comunque
maggiore attenzione alle preparazioni di tradizione. Poi è subito chiaro che con la guida ed i suggerimenti di Simone l’ospite è supportato nella scelta: la ricetta realizzata con il prodotto del mercato, o il piatto con il pescato del giorno o la sorpresa del piccolo cotechino appena preparato dal contadino. Noi abbiamo mangiato crostini con mozzarella e colatura di alici di Cetara, paccheri artigianali con rana pescatrice, seguiti da un ottimo scorfano in un sugo leggero di pomodoro e olive, con contorno di broccoletti del territorio dal sapore dolceamaro quasi un preludio di friarelli. Per concludere con la crostata con crema pasticcera e meringa.
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