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Osteria dell'Accademia di Montegridolfo

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  • Osterie
  • Specialità: n.d.
Ristorante verificato

Recensione Osteria dell'Accademia di Montegridolfo a cura del nostro giornalista

"Una vera osteria romagnola”, così la Guida Michelin ha definito l’Osteria dell’Accademia di Montegridolfo, selezionando il locale solo dopo un paio di mesi dall’inizio dell’attuale gestione. La cucina rende omaggio alla territorialità romagnola e al padre della cucina italiana, Pellegrino Artusi. Una cucina di qualità e serietà, perché mangiare bene è una scienza esatta: solo ingredienti freschi, selezionati con grandissima cura, lavorati in cucina dalle mani di Maurizio Salvigni e Rosanna Pisconti, ispirati dalla musa della grande tradizione della cucina italiana. Una cucina di sapori in purezza servita nella suggestione di un piccolo borgo medievale su uno sperone di roccia. Una grande ospitalità.

Storia del ristorante Osteria dell'Accademia di Montegridolfo

L’Osteria dell’Accademia di Montegridolfo si trova a Palazzo Viviani, un’antica dimora gentilizia in stile rinascimentale convertita in una struttura ricettiva. Alla guida del locale, ci sono Maurizio Salvigni e Rosanna Pisconti, che accolgono i propri clienti con cortesia e complicità. Maurizio ha più di cinquanta anni di cucina nelle mani e dopo aver gestito le cucine di ristoranti di prestigio come I Tre Re di Poggio Berni aveva voglia di divertirsi, eliminare il fattore pressione e tornare a dedicarsi con cura agli ospiti. Rosanna, invece, ha scoperto la passione per la cucina nel tempo durante la gestione di un B&B. Gli apprezzamenti degli ospiti per le sue deliziose colazioni, infatti, la spingono a prendere coraggio, a sperimentare, scoprire nuovi piatti, cimentarsi e, infine, a tentare il salto. Vola solo chi osa farlo, non c’è motto che si addica di più ad entrambi, perché non solo nuotano contro corrente mettendo al centro l’ospite e il piacere di occuparsi del suo mangiare bene ma in un mondo che cerca di anticipare il futuro, decidono di riportare indietro il tempo, fino all’origine della grande cucina italiana, rendendo omaggio alle ricette di Pellegrino Artusi.

I piatti di Maurizio e Rosanna raccontano il c’era una volta del nostro paese a tavola, il lusso di ingredienti freschi, animali allevati a terra, prodotti dell’orto, vini del territorio al giusto prezzo; del resto, Maurizio si definisce un “fondamentalista romagnolo” e sul menù, accanto ai classici della cucina italiana, ci sono i classici del territorio, la tagliatella, ad esempio, regina delle paste tirate a mano e tagliate con il coltello o il ragù con diaframma di manzo, salsiccia, pancetta di maiale e triplo concentrato. Scelgono di lavorare su un numero ristretto di coperti, trenta. Vogliono poter davvero curare ogni aspetto dell’esperienza culinaria con grande attenzione e vogliono avere il tempo di dedicarsi all’accoglienza dell’ospite. “Dopo cinquanta anni in cucina, dice Maurizio, per me è diventato importante lasciare ai miei collaboratori questa eredità, le persone che entrano nel locale non sono clienti ma ospiti e devono potersi sentire davvero a casa”. Maurizio e Rosanna fanno tutto in casa, la pasta, i sughi, le salse, i dolci, i biscotti, il gelato, e quando non sono impegnati nelle preparazioni si dedicano alla ricerca e alla selezione dei prodotti. Oltre alla clientela dell’albergo, l’Osteria è aperta alla comunità locale e a chiunque abbia desiderio di mangiare qualcosa di vero”, una cucina casalinga che valorizza la qualità degli ingredienti e ne rispetta i sapori originali.

Ambiente e atmosfera dell'Osteria dell'Accademia di Montegridolfo

Quando ci si trova in luoghi che hanno un respiro, una presenza sottile ma percepibile di sottofondo, la semplicità è la via migliore per raggiungere la bellezza. L’ambiente, infatti, è di una bellezza semplice, felicemente disarmante se confrontata con il bisogno, riscontrabile sempre più frequentemente, di riempire di dettagli gli spazi. Qui lo spazio non è un vuoto da riempire ma un’occasione, appunto, per accordarsi con la presenza sottile di sottofondo del luogo. L’atmosfera è quella autentica di un’osteria, pietra cotta nei forni e legno sono cosa viva; l’apparecchiatura della tavola rende onore al piatto, giocando di sottrazione. Non servono comparse se il protagonista gioca egregiamente il suo ruolo. Bello il bancone con le sospensioni in rame a fare luce sui biscotti conservati a vista nei vasi di vetro. La terrazza, da sola, è un’esperienza che merita il viaggio. Siamo sempre meno abituati all’infinito negli occhi, la vista conosce così tanti limiti, imposti nelle città dagli edifici, che ritrovarsi a guardare senza ostacoli alle proprie risorse fa salire l’anima.

 

Cosa c'è nel menù dell'Osteria dell'Accademia: la nostra degustazione

La nostra degustazione si apre con un tagliere di formaggi di Sogliano delle Fosse Brandinelli, medaglia d’oro agli Awards mondiali. A seguire, la tagliatella al ragù e il raviolo con bieta, ricotta, cacio e olio di Montegridolfo, faraona in casseruola, secondo la ricetta artusiana, gelato fatto in casa e zuppa inglese artusiana, senza cioccolato e con marmellata di stagione. Il tutto accompagnato da San Giovese di Predappio.

Perché far visita a Montegridolfo e da Maurizio e Rosanna

Montegridolfo è un piccolo borgo medievale di poco più di 900 anime, arroccato su una roccia, con vista sulla pianura riminese. Un tesoro di grande valore storico-culturale, custodito da mura maestose; è da qui che passava la linea gotica, il fronte che separava i tedeschi dalle truppe alleate, qui si fece un pezzo di storia della battaglia contro il nazifascismo. Fuori dai circuiti delle carovane turistiche e dalle giostre consumistiche del cibo e delle relazioni, l’Osteria dell’Accademia regala un’esperienza di gioia profonda del cibo, che torna a essere nutrimento dell’”insieme”.


Foto Giornalista Alessia Pellegrini Recensione a cura di:
Alessia Pellegrini

Giornalista

Marche


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