Tosto di Atri

Tosto di Atri: ecco cosa scrivono i nostri segnalatori

Tosto, così si chiama il ristorante ubicato ad Atri di Gianni Dezio (31 anni), tanto per non scordarsi quanto è dura la giornata di un cuoco, semmai non dovessero bastare le dodici ore di lavoro al giorno per memento. Eppure: “Mi sono laureato in Scienze del turismo, avevo la possibilità di fare quello che volevo. E quello che volevo era esattamente fare il cuoco. La parte creativa del gioco, quella in cui mi sento più a mio agio, mi fa sopportare tutto il resto”. Compresa quella volta a scuola (racconta e ride, ndr): “Ero alle prese con una salsa che stava per trapassare a miglior vita, l’avevo carbonizzata. Vidi volare padella e salsa insieme. Pensavo che sarei volato anch’io, ma fui risparmiato”. Tosto ha aperto i battenti nel 2014.  I compagni di corso della Niko formazione dicono di lui: “È un genio”, ma lui non lo sa. Sa bene invece cosa si prova a cucinare in Venezuela, nel ristorante di famiglia aperto dai genitori abruzzesi emigrati in America alla fine degli anni Novanta. Come fece Romito senior, d’altronde. “Normalmente lì ci sono 40 gradi, non so a quanto arrivi la temperatura in cucina con i fornelli accesi”. 

Cosa si mangia al ristorante Tosto di Atri
In carta c’è un piatto più Romito degli altri: “Brodo di agnello e bottoni cacio e ovo". " È un brodo di agnello al forno cotto per cinque ore a 80 gradi, i bottini ripieni di tuorlo d’uovo e formaggio immersi in un brodo super chiarificato come piace a Niko, con odori di coriandolo, dragoncello, sedano. Ti ricorda l’assoluto di cipolle. È un omaggio al maestro che mi ha insegnato il gusto e spalancato un universo di cui non sapevo niente” .
Nel menù: Formaggio fritto con salsa allo scapece con tortarello abruzzese, Crema di pomodoro freddo, stracciata di Atri e mollica, Spaghetto con peperone giallo, caprino e mandorle, Hamburger di agnello nostrano cac'e'ove.