Trattoria San Martino di Gargnano: ecco cosa scrivono i nostri segnalatori
L’ingrediente principale? Il buon umore, che dovrebbe condire tutte le umane esistenze e, a maggior ragione, quelle di chi si occupa a vario titolo di ristorazione. Alla famiglia Cristoforetti – mamma Mariangela, papà Andrea e il figlio Alessio – il buon umore certo non manca e sicuramente al loro desco, oltre a saziare l’appetito, si ristora anche l’animo qualora fosse greve. Dal duemilaotto i Cristoforetti conducono la trattoria “San Martino 3 Oche” dove hanno riversato i trent’anni di esperienza passati nell’adiacente ristorante/albergo Barbatel.
Originari di Gargnano, fanno della loro attività il miglior atto di comunicazione delle loro origini, e non a caso il ristorante ha sede nel centro storico della piccola cittadina gardesana, lambito dalle acque del lago, a poca distanza dall’antico chiostro francescano e dalle ottocentesche limonaie. Del territorio parla anche l’arredamento interno con tavoli e sedie rivestiti di legno d’ulivo. Anche i vassoi di portata sono realizzati con la pregiata essenza; provengono da antiche piante desuete appartenute all’uliveto di famiglia che ne conta circa duecento e che ogni anno produce qualche quintale d’olio destinato solo al ristorante. Utilizzare il legno di piante ormai improduttive è un ulteriore atto d’amore che Andrea dimostra verso la sua terra, dando nuova foggia e nuovo uso alla materia. La cucina esprime soprattutto sapori di lago, anche se dell’entroterra offre una buona scelta. Trota, Coregone e Tinca sono i pesci che occupano maggiormente il menù, arrivando alla massima espressione nella tartare di lago (prime due foto qui sopra, da sinistra) che li racchiude assieme in una forma di vetro troncoconica, completa di tutti gli elementi per degustarla. Mariangela Bonomini gestisce la cucina e nell’antipasto di lago (foto a destra) si riconosce il condensato della sua grande esperienza che avvicina la tradizione all’innovazione. Assaggiare questa portata equivale a intavolare una conversazione con Mariangela, su come lei vede la cucina d’acqua, non solo quella di Gargnano, ma quella più ampia che lega il pesce al suo territorio. Trota marinata al limone, sardine sotto sale, pan brioche all’acciuga, mela trota e churry, saccottino di trota e polenta, insalatina di trota affumicata, coregone sotto sale, pizza con cipolle e acciughe, carpaccio di tinca con funghi porcini e sarde in saor: questa pietanza nel menù va sotto l’elenco degli antipasti, ma sicuramente potrebbe essere un piatto unico data l’abbondanza e la varietà del cibo. Non da meno è l’antipasto di terra (qui sopra, a destra) dove spiccano i capponi e la polenta consa.
Tra i secondi ci piace ricordare la sarda all’uccelletto servita con contorno di polenta e il fritto non fritto. Una particolare attenzione è riservata a quanti oggi vivono l’annoso problema delle intolleranze alimentari. Nel menù spiccano numerose portate dedicate agli intolleranti al glutine. La carta dei vini è sbilanciata soprattutto verso provenienze gardesane con i bianchi fermi e le bollicine a farla da padrone. Il locale conta quarantacinque posti a sedere interni e una trentina esterni con vista lago, prenotabili dal martedì alla domenica in quanto il lunedì si osserva il turno di chiusura settimanale, mentre le ferie sono solo invernali nel mese di novembre e metà dicembre, quando anche il lago si riposa.
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