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Vecio Fritolin di Venezia

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  • Ristoranti tipici regionali
  • Specialità: n.d.
Ristorante non verificato

Vecio Fritolin di Venezia: ecco cosa scrivono i nostri segnalatori

Al ristorante il Vecio Fritolin Dove si dimostra che  qualità, cortesia e buona accoglienza possono andare d’accordo anche quando ci si trova in città particolarmente "turistiche" e frequentatissime come Venezia.Il Vecio Fritolin sito nel sestiere Santa Croce a Venezia, è un locale storico, situato in strategica posizione, vicino alla Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Cà Pesaro e sul cammino per il Mercato e Ponte di Rialto. Ospitato in un palazzo del 1500, conserva architettura d’epoca, interni con travi a vista e un’atmosfera che sposa il calore dell’osteria allo stile del ristorante di qualità. C’è il bancone bello, grande e antico che ricorda l’abitudine del consumo in piedi, ci sono rami appesi ed oggetti patinati dal tempo che rimandano alla semplicità dell’uso quotidiano, ma le tovaglie sono bianchissime, la mise en place è elegante, i tavoli sono distanti fra loro, il servizio è attento, ed è gentilissimo e premuroso il benvenuto di Irina Freguglia, la proprietaria, au-tentica veneziana dell'isola della Giudecca, che ha iniziato l'attività di ristorazione nel 1985 e che dopo aver gestito diversi locali, nel 2001 ha rilevato il "Vecio Fritolin". L’accoglienza di Irina ha il tocco del ricevere di una padrona di casa che, attenta ma senza invadenza, segue ogni tavolo con una parola, un sorriso, disponibile a spiegare non solo piatti e ricette, ma anche a dare indicazioni su eventi, mostre, indirizzi. Questa partecipazione in una città triturata, consumata dal turismo come Venezia, ha un elevato valore professionale e contribuisce alla qualità complessiva del ristorante. La cucina è di tradizione, preparata con ingredienti di qualità, le ricette di ispirazione classica sono rivisitate dal giovane chef  Daniele Zennaro con misurata creatività e innovazione, nel sautè di gamberi alla curcuma con porro e lenticchie al nero di seppia, un piatto preparato in occasione di fine anno: le lenticchie rispettano la tradizione della buona fortuna ma sono ‘in nero’ con allusione ironica e smitizzante al caviale presente nei lussuosi cenoni, i gamberi sono eccellenti per freschezza e cottura, ed è intrigante l’unione fra la lenticchia ed il lungo permanere del sapore del mare del nero di seppia. Le materie prime risultano sempre impeccabili; i menu cambiano non solo per stagionalità, ma anche nella quotidianità della spesa mattutina del mercato; è bandito ogni prodotto congelato; pane, grissini e sfogline al rosmarino sono fatti in casa; la pasta fresca è passata con la trafila di bronzo, il pescato è rigorosamente di giornata, scelto da Irina e dallo chef tra i banchi dei pescatori ed è cotto sulla brace vera; il fritto qui è un must, ricco, vario, croccante e non untuoso, e poi ogni piatto è arricchito con verdure ed erbe fresche scrocchiarelle, anche dagli orti in laguna. Vecio Fritolin, il nome a ricordo dei “fritolini”, quei locali dove sin dal ‘700 si poteva acquistare il pesce appena fritto, un'usanza venuta meno con l'entrata in vigore del divieto di utilizzare camini con fuochi liberi, ma di quella antica omonima friggitoria resta ancora la possibilità di entrare e portarsi via il fritto da passeggio, lo ‘scartosso’ di pesce, verdura
e polenta.


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