




















Recensione Il Timone Restaurant di Bari
Il ristorante Il Timone di Torre a Mare è un autentico punto di riferimento gastronomico per chi ama il pesce freschissimo, l'eccellente crudo di mare e un'atmosfera accogliente che unisce storia e modernità con – in aggiunta - una vista sul mare davvero suggestiva. Da marzo 2025, il locale ha vissuto una significativa rinascita grazie a Teresa, al suo compagno Fabio e alla nuova brigata, che ha riportato luce, eleganza e innovazione, in uno dei nomi storici della ristorazione barese. L'ottima selezione di materie prime, una cucina che rilegge la tradizione senza snaturarla, l'accoglienza calorosa e un servizio curato, rendono Il Timone una tappa imperdibile. Secondo noi merita il viaggio.
Cosa mangiare presso Il Timone di Torre a Mare: crudo, crostacei e piatti che esaltano il mare
Il nostro pranzo qui al Timone si apre con la degustazione “crudi di mare”, manifesto identitario del ristorante, che conosce pochi rivali per qualità e varietà di prodotti: il plateau royal mette in scena un sontuoso piatto di crostacei e ostriche di grande pregio, serviti con la naturalezza che solo la materia prima eccellente può permettersi. Immancabili le tartare e i carpacci: la Tartare di tonno con avocado, lime e pepe rosa è una ventata di freschezza esotica, elegante nella sua semplicità e capace di risvegliare il palato con note agrumate e leggere.
È doveroso sottolineare, che Il Timone utilizza esclusivamente pesce freschissimo e vivo, acquistato ogni giorno direttamente dalle barche dei pescatori di Torre a Mare. Nessun prodotto d’importazione o di allevamento, ma solo il meglio che questo tratto di Adriatico offre: scorfani e triglie di scoglio, orate pescate all’amo, dentici nostrani, ricciole locali e molte altre varietà stagionali sono costantemente disponibili grazie a uno stretto rapporto di fiducia consolidato dalla proprietà nel corso di questi ultimi cinquant'anni di attività.
Chiaramente, anche la cucina risente positivamente di tanta qualità. Gli antipasti caldi introducono una dimensione più giocosa e creativa: il polpo alla Luciana resta fedele alla tradizione mediterranea, mentre il Baccalà cotto a bassa temperatura con salsa di carote e zenzero, cipolla caramellata e chips di sgagliozza barese, esprime un raffinato equilibrio tra mare e terra, tradizione e modernità. Proseguendo con la degustazione, il Gambero in tempura con purea di fave offre un contrasto azzeccato tra croccantezza e texture cremosa. La seppia su vellutata di piselli – grande classico della cucina italiana – racconta, infine, la delicatezza del mare con un tono primaverile.
Tra i primi in carta abbiamo voluto provare il Raviolone ripieno di burrata che sorprende con la sua doppia anima: l'opulenza del cuore caseario che incontra la freschezza del carpaccio e della tartare di ricciola; la crema di melanzane, nel finale, arrotonda il piatto con una nota dolce e leggermente affumicata. Il Risotto mantecato con crema di bufala, crudo di gamberi e zeste di arance conquista invece per la sua eleganza essenziale, fresco e cremoso al tempo stesso. Non abbiamo potuto rinunciare ad un assaggio di Tagliolini ai tre caviali, piatto che gioca con la nobiltà delle materie prime, offrendo al commensale un boccone ricco e raffinato. Altro primo piatto provato è stato lo Spaghettone con aragosta, portata che rende omaggio alla storia del locale con un piatto sontuoso e intramontabile. Infine lo Spaghetto alla “Sangiuannidde” con pomodorini datterino gialli e rossi, battuto di triglia e panfritto offre un equilibrio preciso tra dolcezza e sapidità: i pomodorini gialli e rossi donano freschezza e armonia, mentre il battuto di triglia apporta una nota marina elegante e persistente. Il panfritto, oltre alla croccantezza, aggiunge quella spinta finale che completa un piatto ben bilanciato, pulito nei sapori e assolutamente appagante.
I secondi si muovono tra innovazione e classicità. La spigola scottata con cicorietta e crema al plankton colpisce per il suo minimalismo marino, netto e diretto; abbiamo proseguito poi con la Catalana innovativa ovvero una catalana di soli gamberi Carabinieros, con con carote e cetrioli, cipolla rossa di Acquaviva delle Fonti, cubetto di patate allo zafferano su maionese di gamberi, polvere di pomodoro.
Il percorso si chiude con la carta dei dolci che sembra essere creata in modo diabolico per far cadere in tentazione anche quando si è già appagati: si va dalla Pastiera di ricotta al tortino al cioccolato dal cuore caldo fino alla Crostatina con crema al lime, lamponi e meringa all'italiana.
Storia del Ristorante Il Timone
La storia del Timone inizia nel 1970, quando Savino Sebastiani decise di aprire uno dei primi ristoranti affacciati sul mare di Torre a Mare. Correvano gli anni in cui si respirava ancora l’ottimismo del boom economico: l'Italia guardava al futuro con fiducia, tra la modernizzazione che cambiava i costumi, le spiagge sempre più attrezzate e il piacere di scoprire nuovi sapori. I ristoranti erano pieni e ognuno di questi si godeva una clientela affezionata e stabile. Negli anni, il testimone è passato ai figli e poi ai nipoti, mantenendo intatta un’eredità familiare che ha attraversato le generazioni. Dal marzo 2025, Il Timone ha conosciuto una seconda nascita: Teresa, mossa da una forte passione per la ristorazione e da un occhio attento all'innovazione, ha voluto dare nuova linfa al locale. Insieme a Fabio, che cura la comunicazione, il cognato Francesco Sebastiani (erede storico della memoria del locale e importante anello di congiunzione tra passato e presente) e con il supporto qualificato di Giacomo Bianchi, consulente e ristoratore di lunga esperienza, è stato formato un team affiatato che oggi lavora con rinnovato entusiasmo e una visione improntata sull'eccellenza senza compromessi.
La brigata di cucina è guidata dallo chef Cosimo Tota, barese verace, con una solida formazione all'alberghiero e importanti esperienze alle spalle, tra cui 14 anni presso la famiglia Caldarulo e due anni al celebre ristorante “Parmarotta” di Parma. Insieme al suo braccio destro Giuseppe Pontrelli, Cosimo propone una cucina che parte dalla tradizione, ma la rilegge con garbo e sensibilità, sempre rispettando la materia prima.
Il nome Il Timone è stato volutamente conservato: è sinonimo di identità, qualità e legame con il territorio. Scoprendo che il fondatore Savino era conosciuto per le sue aragoste, la nuova gestione ha deciso di onorare questa eredità puntando fortemente su crostacei di pregio, arrivando ad essere tra i pochi ristoranti con acquario vivo a vista.
Ambiente e atmosfera del Ristorante Il Timone di Torre a Mare
Salendo appena pochi gradini dalla strada, ci si trova improvvisamente immersi in una terrazza sul mare, luminosa, accogliente, dominata da ampie vetrate che regalano una vista mozzafiato sul porticciolo e sull'orizzonte azzurro dell'Adriatico.
All'ingresso, un grande acquario con astici e aragoste vive e un banco del pesce in bella vista anticipano il racconto che avverrà a tavola. Tutto parla di freschezza, trasparenza e orgoglio per la qualità proposta.
L'ambiente è frutto di un restyling intelligente e raffinato, capace di restituire al locale una nuova eleganza senza tradire le sue origini. Il soffitto in legno naturale con copertura in cannucce, le lampade in paglia intrecciata, i pendenti in macramè e il verde rigoglioso delle piante sospese creano un'atmosfera boho-chic, semplice ma curata.
Le sedute giallo senape e i tavoli scuri si sposano con la luce naturale che inonda la sala da mattina a sera. Sulla parete interna, una selezione di bottiglie, lanterne marine e oggetti decorativi completano l'arredo con gusto mediterraneo.
L'accoglienza è uno degli elementi che più colpisce: il cliente viene coccolato fin dal primo passo dentro il locale dallo staff di sala, mentre Giacomo, accompagna ogni tavolo con discrezione e competenza nella scelta dei vini, molti dei quali selezionati tra etichette di nicchia.
Il ristorante conta circa 80 coperti, distribuiti in due ambienti comunicanti e funzionali, ben pensati per mantenere un'atmosfera rilassata anche nei momenti di maggiore affluenza.
Perché provare Il Timone di Torre a Mare
Perché racchiude l'anima del mare pugliese in ogni piatto, offrendo crudi eccellenti, crostacei di altissima qualità e una cucina che rispetta la tradizione ma sa parlare al presente; perché ogni dettaglio - dall'accoglienza alla mise en place, dalla scelta dei vini all'atmosfera elegante e luminosa - è curato con passione da una squadra affiatata; perché si respira la storia di una famiglia che ha saputo reinventarsi senza dimenticare le proprie radici. Ma soprattutto, perché da Il Timone non si cena semplicemente: si vive un'esperienza gastronomica autentica, coinvolgente e memorabile, con il mare sempre davanti agli occhi e nel piatto.
Recensione a cura di:Giovanni Mastropasqua
Direttore Editoriale
Marche
Opinioni Il Timone Restaurant (1)
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Germanico
Un ristorante di pesce che conquista senza bisogno di effetti speciali. Appena entrato, ho percepito quella calma elegante dei luoghi che sanno cosa offrono: accoglienza sincera, servizio preciso, nessuna forzatura. Il pesce è protagonista assoluto, trattato con rispetto e intelligenza. L'antipasto di mare racconta già tutto: tartare che profumano di mare vero, crostacei perfetti, sapori puliti e netti. Ogni piatto parla di freschezza e misura. La carta dei vini accompagna con equilibrio, senza ostentazione, ma con scelte ragionate che valorizzano ogni portata. Lo staff, giovane e preparato, muove ogni gesto con naturalezza, e la sala riflette la stessa filosofia: sobria, luminosa, accogliente. Un luogo dove il mare incontra la semplicità e la tecnica in modo autentico. Esperienza compiuta, senza sbavature. Ci tornerò volentieri.