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Ristorante A Maidda di Roma

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  • Ristoranti pesce
  • Specialità: Cucina tipica siciliana a Roma
Ristorante non verificato

Ristorante A Maidda di Roma: ecco cosa scrivono i nostri segnalatori

A due passi da via Portuense vicini al centro di Roma,  troviamo il ristorante A Maidda, tipico locale siciliano. Qui troviamo la vera Sicilia a Roma, con i suoi sapori e le sue tradizioni, con i suoi profumi di agrumi e l’amore per la terra dell’isola. A Maidda è un ristorante di ottima qualità di un cibo selezionato attentamente e con una location ben arredata con i richiami siciliani. Il “carrettu” siciliano, per esempio,  è esposto vicino ai vini pluripremiati. E’ il simbolo del vero folklore siciliano e antico mezzo ti trasporto. Non manca la maidda in quanto oggetto e che dà il nome al ristorante: un recipiente di legno usato per impastare la farina e tipico del territorio della trinacria. A tavola tanto pesce che arriva direttamente dalla Sicilia consegnato fresco tre volte la settimana.

La storia e le suggestioni
Il suocero del titolare Salvo non vedeva l’ora di tornare a casa per mangiare “na maidda de pasta”. E così nel ristorante si respira l’aria calda e verace della cucina tradizionale dei quartieri di Catania. Tutto nasce dalla passione di Salvo Panarello affiancato da Emanuela e dal giovane chef di famiglia, Arcidiacono Giuseppe. La storia di Salvo è legata all’alta moda dove ha prestato la sua attività imprenditoriale e di successo per le più note griffe nazionali. Ma poi l’amore per il gusto e il buon cibo siciliano lo ha portato ad aprire “A Maidda”. Incidono il ricordo dell’infanzia passata a guardare i pescherecci che arrivavano al porto e l’impossibilità di trovare a Roma, il pesce che ricordasse i sapori più veri. Così Salvo è diventato lui stesso il primo cliente del suo ristorante dall’agosto 2014 tanto che la ricerca dei prodotti più genuini lo portano a cercarli nei quartieri più tipici di Catania. Qui conosce il segreto dei suoi fornitori che non lavorano con la grossa distribuzione, ma amano la loro terra e sono i veri artigiani del gusto. Come la famiglia siciliana che prepara il migliore pistacchio di Bronte, la cittadina che accoglie più dell’ottanta per cento della produzione di pistacchio con oltre tremila ettari di coltura specializzata. Salvo lo mostra  ancora grezzo, puro e in un sacco di iuta. Lo assaggio e riscopro l’oro verde di Sicilia. Fantastica emozione.

Cosa si mangia nel ristorante A Maidda
I prodotti che acquista il titolare, sono quelli incontaminati dell’Etna e il pesce è quello dalla polpa vigorosa per le forti correnti del golfo di Catania. E’ comprato in base alla disponibilità dei pescherecci e sempre fresco tre volte a settimana.  Il mio viaggio nel gusto siciliano inizia con olive alla giardiniera prodotte da un’anziana signora di Catania. Verdure dalla fibra consistente e olive dalla polpa eccezionale. Ci sono poi i gamberi marinati in un olio extra vergine di oliva ottimo e dal colore indimenticabile. Un sapore vero e deciso.  Come quello dei limoni di Acireale usati per la marinatura. Una buccia verde e dalla polpa dura. Pieni di un succo agro eccezionale. Salvo li usa anche per la sua merenda con pomodorini e cipolle. I gamberi sono serviti nela loro crudità. Freschissimi. Un tuffo nel mare. Arriva poi la tartara di tonno rosso. E’ quello comprato nei tagli grandi per disporre dei pesci più buoni e dalla fibra compatta. Un esempio di freschezza assoluta. Da assaggiare. E ancora le sarde alla beccafico e con un suppli al nero di seppia. Tutto con un vino di alto livello. Dalla cantina Milazzo il Maria Costanza Chardonnay Bio 2013. Biologico e di alto pregio. Servito alla temperatura giusta e dal colore paglierino chiaro con un buon retrogusto fruttato. Dal sapore asciutto e con profumo intenso. E’ un vino pluripremiato.I primi ben argomentati dalla simpatia e profesisonalità di Salvo sono dei ravioli al pistacchio di Bronte con zucchine, gamberi rossi e pomodoro ciliegino. Un piatto che non si scorda mai. Così come gli spaghetti al nero di seppia. Un piatto con cui ci si innamora della Sicilia.  E’ accompagnato da una preziosità di Salvo: il formaggio vecchio pepato e fatto con la ricotta bianca dei Nebrodi. Un matrimonio perfetto. Così come il secondo piatto di pesce spada con il piastacchio. Una vera apoteosi ed estasi del gusto. E’ il pesce pescato da siciliani che appartengono  alla vera cultura dei lanzaturi di una volta. E’ la fatica e la pazienza che li portano a prendere i migliori esemplari. Per finire il dolce. Un trionfo ancora di pistacchio: una torta sette veli all’oro verde di Bronte. La sette veli è un dolce che si può gustare in questo locale, all’arancia, al cioccolato e al limone. Una varietà di sapori in cui vale la pena immergersi. Un capolavoro di pasticceria proveniente dalla migliori artigianalità di Catania.  Lo gusto al pistacchio, prezioso ingrediente per una deliziosa “frastucata”. Era questo l’antico nome per indicare un dolce al gusto del prezioso ingrediente di Bronte. Accanto ai profumi di queste delizie, ci sono loro, i principi della pasticceria siciliana. I cannoli. Fatti al momento, come tiene a precisare Emanuela. Nella storia nascono come dolci di Carnevale, ma sono poi diventati ricercatissimi tutto l’anno dovunque. Inconfondibile la pasta di colore marrone e con un ripieno di ricotta di pecora freschissima. Naturalmente tutto gustato con un buon Passito di Pantelleria. Vino DOC giallo dorato dal profumo di Moscato e sapore aromatico. Straodinario vino di uve uniche che nascono su di un  territorio aspro ma che guarda il mare e addolcisce i suoi sapori. A Maidda è un locale dove la convivialità è assicurata. Professionale l’accoglienza di Emanuela che argomenta i piatti siciliani con sicurezza. Dalla storia della caponata ai dolci più buoni del menu.  E poi Salvo. E’ lui come già ricordato il primo cliente del suo ristorante. Lui ama la sua terra, l’amore per la Sicilia lo vive in ogni sua  parola  con le quali incanta ogni visitatore. Un maestro del gusto. Perché cerca i prodotti con l’unica regola della genuità tipica siciliana. La semplicità e l’amore per il cibo di una volta. E poi il  giovane chef  Giuseppe che assicura una combinazione di ingredienti con un risultato equilibrato e di successo. In un ambiente molto pulito e ben tenuto. “A Maidda” contiene ottanta coperti e chiude soltanto il lunedi. Il prezzo medio è quarantacinque euro a persona. Tutto a pochi passi dal centro storico di Roma.Un piacere immenso

Roberto Spiridigliozzi


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