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Ristorante Cajo e Gajo di Roma

(5.00)
  • Osterie
  • Specialità: Ragù di chianina, tonnarello cacio e pepe, rigatoni all'amatriciana
Ristorante non verificato

Ristorante Cajo e Gajo di Roma: ecco cosa scrivono i nostri segnalatori

Ristorante Cajo e Gajo, l’hosteria nel cuore di Roma che emana romanità e allegria da ogni angolo. Spazioso all’interno e all’esterno. Accogliente: il servizio ti colpisce subito. Non invadente, curato, pulito e con il sorriso sulle labbra. Risalta  lo stile dell’arredamento interno. Tanti i dettagli: i peperoncini rossi e vivaci appesi alle pareti, i vecchi ritagli di articoli di giornale sui tavoli, la cartella blu con un simpatico orologio appeso al muro e le candele che lasciano  scivolare la cera sui fiaschi di vino in mezzo ai tavoli... si i  fiaschi di vino in paglia. Anche loro appesi: emanano sempre il profumo della storia del vino. Antica e conviviale. Allegra e profumata dalle uve del Lazio. La storia del locale non è limitata a Cajo e Gajo. I titolari ne gestiscono ben altri tre: il primo Mimì e Cocò e a seguire Cantina e Cucina, e Grazia e Graziella. I quattro soci iniziano ad essere imprenditori nel difficile mondo della ristorazione, con coraggio umiltà. Ci sanno fare. Aprire quattro locali al giorno d’oggi non è facile. E saperli gestire soprattutto. Si inizia per caso, per la disponibilità di un locale che sta per chiudere. I fratelli si guardano negli occhi e si domandano “Iniziamo?”, si e alla grande. E dalla passione per la cucina tramandata dalla nonna e l’intuito commerciale nascono uno ad uno i locali. Cajo e Gajo è l’esempio di quanta cura è necessaria per mantenere il successo.

Sentirsi a casa
Arrivare al ristorante Cajo e Gajo è immergersi nella storia di Roma. Non è un semplice “andare fuori a mangiare”. Percorro le romantiche stradine camminando sui sanpietrini di Roma, quelli di Trastevere, il quartiere romano tra i più antichi. Giungo così a piazza San Callisto numero 9, a due passi da Santa Maria in Trastevere. Ecco la nostra hosteria. Un enorme spazio all’esterno, un tavolino con gli aperitivi ben curato e gli altri coperti già occupati da giovani e gente comune. Non solo turisti. Il target della clientela non si limita a chi giunge da lontano. E per tutti. L’hosteria romana offre  tre sale una più conviviale dell’altra. Mi riceve Riccardo Tulli uno dei soci. Educato, sorridente e professionale. Dopo l’aperitivo di benvenuto con un buon prosecco, fresco e delicato mi siedo in una sala, molto pulita e curata. Prendo il menu: un’offerta di cibi e bevande sobria ma completa ed essenziale. 

La nostra degustazione
Assaggio una delizia che sin dal primo momento mi ha incuriosito: Patate Fritte Cacio e Pepe. Servite all’interno di un cartoccio inserito in un secchiello di rame. Simpaticissimo. Le patate sono tagliate a mano. Si vede. E sono ben fritte e non unte. Il Cacio è prezioso. Arriva freschissimo da un caseificio di Rieti. Fresco e dal sapore deciso. Quello che nasce dalla tradizione dei pastori. Chiaccherando amabilmente con Riccardo con cui è facile diventare amici, arriva un piatto allegro e pieno dello spirito della cucina romana: un tonnarello cacio e pepe adagiato su di una cialda di parmigiano e un rigatone all’amatriciana da raccontare. Perfetto il guanciale di Norcia. Non uno a caso. Un cibo che diventa tipico grazie ai suoi ingredienti e scelti con cura. Questo è mangiare col cuore e con la mente che vola nei posti dai quali il cibo proviene. E questo è il guanciale dove  c’è molto da dire e gustare. Perché Norcia è la cittadina umbra con gli allevamenti migliori di suini allo stato brado, dove il loro cibo principale sono le ghiande, e dove l’ambiente e la natura del verde abbondano a pochi passi da Roma.  La cacio e pepe poi è composta con una pasta fresca e lunga all’uovo che ben amalgama il condimento, tipico romano. Il tonnarello risulta così perfettamente al dente e la temperatura del cibo è calda. Tutto preparato rapidamente come vuole la regola più  antica. E la tradizione è rispettata e arrichita dalla fantasia dello chef che adagia la cacio e pepe su una cialda croccante di parmigiano che arrichisce  e decora il piatto. Assaggio il ragù di Chianina. Un tuffo nel gusto della carne di razza più tipica italiana. Arriva poi la tagliata di manzo al sale e rosmarino con patate. Molto buona la cottura, che io richiedo come sempre sangue. La carne mi precisa Riccardo è attentamente selezionata e scelta da uno dei migliori fornitori di Roma. Lo conosco ed è vero. Anche la scelta dei fornitori non è casuale, ma garantisce la freschezza e la tracciabilità dei tagli. Le verdure che dannpo vita a insalatone coloratissime, arrivano anche la domenica. La carta dei vini è buona.  Anche la pizza è ricercatissima.  Assaggio un vino un rosso toscano che fa da cornice e completa una degustazione che emoziona. Ma non è finita. Arriva dulcis in fundo il dolce. Artigianale, fatto in casa. Non a caso scelgo la torta di mele. Si presenta vicino ad un fiore composto nel pistillo dalla crema di gelato e nei petali con spicchi di mela. Il gambo e le foglie da gustare disegnate con cura con creme. Arte pura. La torta con profumo di cannella è presentata molto bene e si distinguono in maniera equilibrata tutti gli ingredienti. A partire dal frutto della mela. 

Perché mangiare qui
Visitare Cajo e Gajo è un’esperienza che dona emozioni e allegria. E’ l’hosteria romana che accoglie dalle dieci del mattino a tarda notte , la convivialità delle persone , le rilassa e le diverte. In allegria. Con un gusto del cibo veramente buono e dove l’occhio trova soddisfazione sia nell’ambiente  interno che nella presentazione del cibo.  La posateria rispecchia una sobrietà romana che invita alla tradizione. Buona notizia per tutti: il locale è sempre aperto. E si consuma anche un ottimo aperitivo e potete andarci dalla colazione alla cena.  Prossimamente i soci apriranno ancora un nuovo locale specializzato sulla carne. Aspettiamo, ma nel frattempo tornerò a degustare i piatti dello chef. Contateci. 


Opinioni Ristorante Cajo e Gajo (2)

  1. Giorgio Taroni

    Recensione

    5 / 5

    Posto suggestivo. Trastevere è sempre trastevere.....i tonnarelli cacio e pepe sono fantastici....tanto di cappello. I carciofi alla giudea cosí cosí niente di trascendentale. I dolci: tiramisù da leccarsi le orecchie e torta di mele normale. Molto caotico perché pieno zeppo di clienti, tavoli molto ma molto vicini (alla maniera dei bistrot parigini). Tanti stranieri caciaroni (poca cultura del buon mangiare).... Nel complesso lo consiglio veramente (anche se non ho potuto usufruire dello sconti di oraviaggiando perchè....perchè non lo hanno caricato nel sistema) e la prossima volta che vengo a Roma ritirnerò sicuramente.

  2. Giorgio Taroni

    Recensione

    5 / 5

    Fantastico e caotico......

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